0 8 minuti 2 minuti

C’è una luce che non irrompe, ma accompagna. Una nascita che non è solo evento, ma passaggio interiore.
Pier Carlo Lava

La poesia “Natività” di Francesca Giordano si impone come un testo di forte intensità simbolica, capace di trasformare l’episodio archetipico della nascita in un’esperienza metafisica, sospesa tra cosmologia, alchimia e viaggio interiore. Fin dai primi versi, il lettore viene avvolto dal blu cobalto, colore profondo e sacrale, che definisce uno spazio notturno carico di attesa e silenzio.

La luce cinerea della Luna, termine scientifico che indica il riflesso della Terra sulla parte in ombra del satellite, assume qui un valore poetico e spirituale. È una luce umile, discreta, che cela e illumina nello stesso gesto, rispettando il mistero della Natività. Non invade, non impone, ma guida.

Il riferimento all’Adularia, la pietra di luna, rappresenta uno dei passaggi più raffinati della lirica di Francesca Giordano. La sua adularescenza, quel bagliore interno e mobile, diventa metafora della verità che non si mostra in superficie, ma pulsa dall’interno della materia. La luce divina non è esterna al mondo: sfavilla dal suo stesso cuore.

I viandanti evocati dalla poetessa non sono figure decorative o semplici riferimenti evangelici. Essi incarnano l’umanità in cammino, impegnata in una doppia ricerca: quella del mondo e quella del sé. Il paradosso tra lo sforzo fisico (“spingendo i loro passi”) e l’abbandono spirituale (“giacendo nell’oblio”) suggerisce uno stato di estasi dinamica, in cui il corpo avanza mentre la coscienza si svuota per accogliere il sacro.

Il gemito d’amore di una Donna segna il punto di rottura. Qui Francesca Giordano umanizza l’evento senza profanarlo: il dolore del parto diventa atto cosmico, soglia necessaria affinché l’invisibile si faccia visibile. È un suono primordiale, non un grido, che rompe il silenzio del blu e inaugura una nuova possibilità di esistenza.

La chiusura della poesia è di grande potenza concettuale. La luce stessa si fa viandante, si identifica con “Colui che innova il Soffio Vitale”. Il divino non è statico né distante, ma principio dinamico che cammina con l’uomo. Il verbo “innova” è decisivo: la Natività non è memoria, ma atto di rinnovamento ontologico, nascita di una vita nuova, di un respiro nuovo del mondo.


Testo integrale della poesia

Natività
di Francesca Giordano

Blù cobalto
è la notte

la luce
cinerea della Luna

cela la Terra
mi illumina

sfavilla come l’Adularia

Viandanti passano
passano i viandanti

verso la conoscenza del sé e del mondo

spingendo
i loro passi

giacendo nell’oblio

gemito d’amore
di una Donna

è buio

la luce cinerea
è viandante

è Colui

Innova il Soffio Vitale.


Francesca Giordano, poetessa contemporanea, sviluppa una scrittura attenta ai simboli della luce, della nascita e del sacro, intrecciando riferimenti scientifici, immagini cosmiche e spiritualità profonda. La sua poesia si muove in uno spazio essenziale, dove ogni parola è scelta per risonanza interiore più che per ornamento. In Natività, la sua voce si distingue per la capacità di trasformare l’evento religioso in esperienza universale, accessibile a ogni lettore disposto all’ascolto.

In questo testo, Francesca Giordano non racconta la nascita: la rende percepibile, la fa accadere nel linguaggio, nella luce, nel respiro stesso del verso.

Pier Carlo Lava

Così scrive l’autrice:

E’ presente un suggestivo simbolismo. La scelta cromatica del blu cobalto contrapposta alla luce cinerea crea un’atmosfera sospesa, quasi onirica, che trasforma l’evento della Natività in un’esperienza metafisica.

L’Alchimia della Luce

L’uso dell’Adularia (la pietra di luna) è un tocco poetico raffinato. Suggerisce una luce che non è aggressiva, ma lattiginosa e cangiante, capace di guidare i “viandanti” senza svelare troppo bruscamente il mistero. È una luce che “cela” e “illumina” simultaneamente, rispettando il segreto della nascita.

Il Viaggio Interiore

I viandanti non si muovono solo nello spazio, ma verso la “conoscenza del sé”. Questo eleva la Natività da evento storico a simbolo di rinascita interiore:

  • Il paradosso: Passano “spingendo i loro passi” (fatica fisica) ma “giacendo nell’oblio” (abbandono spirituale).
  • Il gemito: Il “gemito d’amore” della Donna è il punto di rottura tra il vecchio e il nuovo mondo.

L’Innovazione del Soffio

La chiusura è potente. Identificare la luce cinerea con il viandante stesso, e infine con “Colui che innova il Soffio Vitale”, suggerisce che il divino non è statico, ma è un principio dinamico che si mette in cammino con l’umanità per rinnovare la vita stessa.

 Cromatismo e Metafisica della Luce

Il componimento si apre con un contrasto cromatico che definisce lo spazio sacro:

  • Blu Cobalto: Non è un blu qualunque; è il colore del cielo profondo, associato storicamente alla regalità e alla dimensione trascendente. Rappresenta l’infinito che accoglie l’evento.
  • Luce Cinerea: Termine astronomico (la luce della Terra che illumina la parte in ombra della Luna), ma qui assume un valore simbolico. È una luce “umile”, grigia, che non abbaglia ma rivela.
  • L’Adularia: L’uso di questa pietra (pietra di luna) è il cardine dell’intera poesia. L’adularia è nota per l’adularescenza, un riflesso azzurrognolo che sembra muoversi sotto la superficie. Questo suggerisce che la divinità o la verità non è in superficie, ma “sfavilla” dall’interno della materia.

 L’Ontologia del Viandante

I viandanti non sono semplici pastori o magi, ma figure antropologiche universali.

  • La doppia ricerca: La “conoscenza del sé e del mondo” fonde il precetto socratico con l’esplorazione del creato. La Natività diventa il catalizzatore di questa doppia scoperta.
  • L’Oblio e il Passo: C’è un paradosso affascinante tra lo sforzo fisico (spingendo i loro passi) e lo stato mentale (giacendo nell’oblio). Questo indica una sorta di estasi dinamica: ci si muove nel mondo fisico, ma la mente è sospesa, dimentica delle cure terrene per aprirsi al sacro.

 La Donna e il Parto Cosmico

Il “gemito d’amore di una Donna” umanizza l’evento, ma lo mantiene nel solco del sacro. Il dolore del parto non è sofferenza fine a se stessa, ma la soglia necessaria affinché l’Invisibile diventi Visibile. È il suono che rompe il silenzio del blu cobalto.

 La Sintesi Finale: Il Soffio Vitale

  • La Luce diventa Viandante: In un ribaltamento poetico, la luce stessa si fa pellegrina. Non è più un elemento statico che cade dall’alto, ma una forza che cammina tra gli uomini.
  • L’Innovazione del Soffio: Qui risuona il concetto biblico di Ruah (Vento/Spirito). Tuttavia, l’uso del verbo “Innova” è cruciale: suggerisce che la Natività non è una ripetizione del passato, ma un atto di rottura ontologica che porta una vita “nuova”, una nuova modalità di esistenza.

____________________

Geo
La poesia di Francesca Giordano si inserisce nel panorama della lirica contemporanea italiana, con una sensibilità che dialoga tra simbolismo, spiritualità e riflessione interiore. Alessandria today, come testata culturale attenta alla poesia d’autore e alle voci del presente, valorizza testi come Natività, capaci di offrire uno spazio di meditazione e profondità in un tempo dominato dalla velocità e dal rumore.

Seguiteci su: Alessandria today – italianewsmedia.com – Facebook: Pier Carlo Lava

“Immagini generate con intelligenza artificiale a scopo illustrativo. © Alessandria today”

Pier Carlo Lava

Le tue riflessioni arricchiranno la nostra comunità su Alessandria today e italianewsmedia.com e offriranno nuove prospettive. Non vediamo l'ora di leggere i tuoi pensieri! Lascia un commento e condividi la tua esperienza. Grazie per il tuo contributo!. Pier Carlo Lava