Certe libertà non fanno rumore, ma cambiano il destino di chi le sceglie.
Pier Carlo Lava
Tra le poesie meno citate ma più incisive di Trilussa, Er cane si muove con passo leggero e pensiero profondo. È una poesia breve, apparentemente semplice, ma capace di condensare una riflessione universale sul rapporto tra libertà e dipendenza, tra dignità e sicurezza, tra scelta individuale e compromesso sociale.
Il cane randagio osserva il mondo degli uomini e, come spesso accade nella poesia trilussiana, capisce più di loro. Non parla per rabbia, ma per consapevolezza. È lo sguardo di chi ha perso tutto, ma proprio per questo ha guadagnato la possibilità di scegliere.

Un cane ch’era rimasto senza padrone
se ne stava a guardà la gente intorno
co’ l’aria de chi aspetta una ragione
pe’ da’ quarche senso ar giorno.
Vedeva passa’ ricchi e disgraziati,
vedevi servi e vedevi padroni,
e capì che la vita, in tutti i casi,
è fatta de catene e de illusioni.
Allora disse piano, fra sé stesso:
«Mejo randaggio, libero e sincero,
che attaccato a un collare d’oro spesso
pe’ fa’ la guardia ar piatto d’un padrone vero».
La forza di questa poesia sta tutta nella scelta finale. Trilussa non idealizza la povertà né la solitudine, ma mette a nudo un meccanismo eterno: il collare d’oro, simbolo di privilegi, sicurezze e riconoscimenti sociali, è pur sempre un collare. Il randagio, invece, non ha nulla, ma non deve obbedienza a nessuno.
Il cane diventa così figura dell’uomo libero, dell’intellettuale non allineato, del cittadino che rifiuta di barattare la propria coscienza con un vantaggio materiale. In questo senso, Er cane dialoga idealmente con altre poesie civili di Trilussa come Libertà e Statistica, condividendo la stessa amara lucidità e lo stesso rifiuto dell’ipocrisia sociale.
Il dialetto romanesco non addolcisce il messaggio, anzi lo rende più diretto, più vero, più popolare. È una lingua che non fa sconti, come non ne fa la realtà descritta dal poeta.
Geo
Carlo Alberto Salustri, in arte Trilussa, nacque e visse a Roma, città che attraversa tutta la sua opera come lingua, visione e ironia. Poeta profondamente legato al popolo ma mai populista, seppe raccontare l’Italia tra Otto e Novecento con una chiarezza che ancora oggi sorprende per attualità e profondità. Alessandria today continua a proporre la sua poesia come strumento di lettura critica del presente, valorizzando i grandi autori capaci di parlare al nostro tempo senza perdere autenticità.
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“Immagini generate con intelligenza artificiale a scopo illustrativo. © Alessandria today”
Pier Carlo Lava