Benjamin Button, il protagonista del famoso racconto di Francis Scott Fitzgerald, è diventato italiano e ora si chiama Giovanni Cotone, abbreviato in Nino. L’ha ribattezzato così Pino Tierno facendolo nascere e vivere in Italia e la sua storia ce la racconta lui stesso sul palcoscenico del Teatro Litta. Certo, nel libro di Fitzgerald la vicenda di Benjamin è narrata in terza persona (e in effetti non potrebbe essere altrimenti perché il protagonista percorre la sua vita all’indietro e al momento della fine, diventato un neonato, non avrebbe le capacità di ripercorrere mentalmente la sua vita quale era stata). Ma il teatro è il regno della fantasia (e della magia) per cui tutto è possibile. Anche che un personaggio adulto su un palcoscenico racconti la sua vita da quando era cominciata e aveva ottant’anni (nel romanzo alla nascita ne ha settanta) fino al momento della sua morte quando esala l’ultimo respiro. E la racconta a noi che ne siamo rapiti, un po’ per l’inverosimiglianza della stessa e un po’ perché siamo conquistati dal modo in cui viene raccontata. Una storia che conoscevamo già perché ne avevamo letto il libro, una cinquantina di pagine, oppure l’avevamo vista al film interpretata da due attori di grido. Ma poi non è forse vero che da bambini ci appassionavamo di più alle favole che conoscevamo a memoria fino al punto di correggere qualche errore che veniva fatto da chi ce le narrava? E poi certe storie sono talmente fantasiose e soprattutto belle che hanno la capacità di risvegliare in noi il bambino che abbiamo dentro. Questo lungo discorso per sottolineare che la trama de “La vita al contrario” è inverosimile sia per se stessa sia perché raccontata in prima persona. E però sta proprio qui la sua unicità e la sua bellezza. E bene ha fatto Pino Tierno nell’elaborare in questo modo il racconto di Fitzgerald perché lo ha reso rappresentabile sul palcoscenico da parte di un solo attore che lo ha raccontato (e interpretato) come una favola alla quale tutti ci appassioniamo. Se poi quell’attore ha capacità istrioniche non comuni, sa comunicare a chi lo ascolta un marasma di sensazioni che colpiscono il cuore da togliere, come si suole dire più comunemente, i sentimenti, rimane poco da aggiungere. Ma procediamo per ordine…

Nino Cotone, il nostro eroe, nasce alla fine deIl’800 e già nelle prime ore di vita è in grado di parlare, usando anche termini non esattamente da neonato. Del resto ha una figura da vecchio con le gambe rinsecchite e desideroso di mangiare tutt’altra cosa che le poppate di latte. Lo sgomento dei suoi genitori è così grande che lo tengono rinchiuso in casa per timore che il vicinato possa scoprire quel guaio tremendo che è loro capitato. Finché per un caso fortuito una coppia in visita ne scopre le fattezze fisiche e subito la notizia si propaga per tutto il paese. Intanto crescendo arriva il momento in cui Nino deve frequentare l’asilo ma siccome l’età anagrafica non corrisponde a quella fisica cominciano per lui i primi disagi che si amplificano nel momento in cui deve affrontare gli studi successivi. Dovrà anche rinunciare agli studi universitari perché quando raggiunge l’età per l’immatricolazione è subito cacciato via dal direttore che dovrebbe accoglierlo in quanto con il suo aspetto fisico viene scambiato per un impostore. Ma il suo vivere la vita al contrario presenterà col tempo i suoi vantaggi e arriva il momento che si infiammerà d’amore per Bettina, ragazza molto ambita per la sua bellezza e per la sua dote dai giovani scapoli del paese. E però la donna disdegna gli uomini giovani e apprezza gli uomini di cinquant’anni che è l’età raggiunta nell’aspetto e all’anagrafe da Nino. Dopo il matrimonio nascerà anche il suo unico figlio e intanto con il passare degli anni l’aspetto fisico di Nino continua a modificarsi e appare sempre più giovane e ricco di energie. Durante la prima guerra mondiale combatte al fronte acquisendo il titolo di generale e conquistando anche diverse medaglie al valore. Al ritorno a casa la voglia di vivere si fa sempre più forte mentre la moglie sfiorisce fisicamente e ha sempre meno voglia di accompagnarlo alle feste e nei teatri. E però gli anni passano e si avvicinano ineluttabili quelli in cui raggiunge l’aspetto di un bambino che si trova a frequentare l’asilo, finalmente con il fisico adeguato per quel tipo di scuola, e avrà per compagno di giochi il figlio di suo figlio. Nei suoi ultimi istanti di vita sarà in fasce tra le braccia di una balia fino alla perdita della coscienza.

In una scena scura e vuota il ticchettio di una sveglia accoglie Nino Cotone con addosso un impermeabile, ha in mano una valigia dalla quale estrarrà di volta in volta fogli di carta che lascerà cadere. Da dove arriva? E dove sta andando? Sembra smarrito, intimidito forse dal suono della sveglia che inesorabile segna il tempo che si intuisce essere importante per lui. Fasci di luce arrivano da sinistra e illuminano di vari colori e intensità i pannelli semitrasparenti disposti sul fondale, unici elementi a occupare la scena (ideata da Lorenzo Cutuli). Quelle luci non sono solo indicatori di ambienti diversi, o almeno non sembrano tali per lui, sono segnali di situazioni che si vengono a creare nel racconto che lui si appresta a fare della sua vita. Ma non è solo un racconto, è qualcosa di più, un rivivere una vita che si rinnova tutte le sere. Una vita scritta sui fogli che lui lascia cadere: ogni foglio nel momento in cui è buttato a terra simbolizza il termine di una tranche di vita vissuta. E a contenerli tutti è la valigia che rappresenta l’intera vita. Il racconto di Nino Cotone inizia dal momento della sua nascita e con lo sconvolgimento che lui, neonato con le fattezze da vecchio, produce nel padre. Dietro di lui si vede una donna, un’infermiera, che gli intima di portare via il figlio appena nato. Nino Cotone è Giorgio Lupano ed è l’attore a dargli corpo e voce e, oltre a lui, anche agli altri personaggi compresi quelli femminili. Se la storia pur appassionante non è verosimile, a esserlo, invece, nelle parti in cui recita per un’ora e un quarto di spettacolo ininterrotto e incalzante è l’attore che sa toccare tutte le diverse caratteristiche dei personaggi, entrando con naturalezza e capacità nelle loro diverse psicologie e toccandone tutte le sfumature nel linguaggio e nelle movenze fisiche. Il Nino Cotone visto nelle varie fasi della sua vita: vecchio ingobbito, uomo maturo, colonnello, uomo romantico che balla il valzer sulle note di una suite da “La vedova allegra”, giovane che ama divertirsi e campione di boston e di maxime, adolescente, bambino di pochi anni. E gli altri personaggi, come il padre, il figlio, la moglie, il direttore di scuola, il medico, il commesso di negozio da giovane e da vecchio e altri ancora. Accanto a lui la versatile cantante e ballerina Lucrezia Bellamaria che canta dal vivo brani popolari degli anni ’30 e ’40, come “Quel motivetto che mi piace tanto”, “Ba ba baciami piccina”, “Ma le gambe”, “Il pinguino innamorato”…

Lo spettacolo di Pino Tierno nel raccontare una storia avvincente fa riflettere sul destino dell’uomo soggetto allo scorrere del tempo, alla ricerca di apparire nel modo meglio accettato dalla società, all’invasione del prossimo nella nostra intimità e alla ricerca di una forma apparente di immortalità perché anche chi non vorrebbe essere immortale guarda con sempre maggiore spavento all’invecchiamento fisico con tutto quello che questa condizione porta con sé. Rimane il fatto che più interessa l’uomo è quello che viene ripetuto da Nino nella pièce: “Tutti abbiamo una vita speciale ciascuno a suo modo. Tutti siamo qualcosa che nessun’altro è e non lo sarà mai. Certo che siamo fatti tutti di carne e di sangue e anche se capita di arrivarci per strade diverse la destinazione finale resta la stessa. Quello che conta è ciò che facciamo prima di arrivarci. Io non so se la mia vita sia più interessante di quella che vive o che ha vissuto ciascuno di voi però voglio raccontarvela perché se è vero che la memoria dà l’immortalità io stasera voglio cercare di non morire perlomeno nel vostro ricordo”

Lo spettacolo, diretto ottimamente da Ferdinando Ceriani con la leggerezza delle cose belle che sanno trasmettere sorrisi e anche qualche lacrimuccia in una invidiabile compattezza stilistica, è diventato un cavallo di battaglia di Giorgio Lupano che lo ha proposto a più riprese e con successo in diversi teatri italiani

Al defluire del pubblico dalla sala al termine dello spettacolo, la voce diffusa di Annie Lennox che canta con ironia “Keep You and Beautifull” (Mantieniti giovane e bello / Se vuoi essere amato).

Ultime due repliche al Teatro Litta oggi alle ore 20,30 e domani alle ore 16,30. Da non perdere assolutamente! Lo spettacolo andrà poi in scena al Teatro Verdi di Gorizia lunedì 16 aprile alle ore 20,45.

Visto il giorno 11 aprile 2024

(Carlo Tomeo)

LA VITA AL CONTRARIO Il curioso caso di Benjamin Button

di Francis Scott Fitzgerald
elaborazione teatrale Pino Tierno
con Giorgio Lupano, e con Lucrezia Bellamaria
ideazione scenica Lorenzo Cutuli
costumi Laura dé Navasques/costumEpoque
colonna sonora Giovanna Famulari e Riccardo Eberspacher
regia Ferdinando Ceriani
produzione ArtistiAssociati

foto Franco Oberto

TEATRO LITTA

Corso Magenta 24 – 20123 Milano (MI) · 02 8645 4545

sabato ore 20.30 – domenica ore 16.30

intero € 30,00 – convenzioni € 24,00 – ridotto Arcobaleno (per chi porta in cassa un oggetto arcobaleno) € 24,00 – Under 30 e Over 65 € 17,00 – Università € 17,00 – scuole di Teatro € 19,00 – scuole civiche Fondazione Milano, Piccolo Teatro, La Scala e Filodrammatici € 11,00 – Scuole MTM € 10,00 – ridotto DVA € 15,00 tagliando Esselunga di colore ROSSO

durata: 70 minuti

Info e prenotazioni biglietteria@mtmteatro.it – 02.86.45.45.45

Scarica l’App di MTM Teatro e acquista con un clic

Abbonamenti: MTM Serendipity, MTM Serendipity Over 65, MTM Serendipity Under 30 x2, MTM Serendipity Under 30 x4, MTM Il piacere di sorridere.

Biglietti sono acquistabili sul sito www.mtmteatro.it e sul sito e punti vendita vivaticket.it. I biglietti prenotati vanno ritirati nei giorni precedenti negli orari di prevendita e la domenica a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.

Di Carlo Tomeo

BREVE BIOGRAFIA DI CARLO TOMEO Carlo Tomeo, ex responsabile amministrativo in scuole pubbliche statali ha diversi interessi culturali che spaziano tra la letteratura e il teatro, l’arte, il cinema, il jazz vocale, la musica lirica e quella leggera (con particolare attenzione per quella dell'Europa dell'Est e per quella brasiliana). Per circa sette anni ha scritto, per diverse testate, recensioni teatrali, d'arte, di letteratura e musicali, oltre a notizie di eventi di carattere culturale, circa duemila per poi continuare sul proprio blog carlotomeo teatroeteatro.com È bene introdotto nella maggior parte dei teatri milanesi, da cui riceve regolarmente comunicati stampa che pubblica sul suo blog.

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