In un tempo storico segnato dalla frattura, dall’isolamento e da una diffusa fatica emotiva, L’Oasi, ovvero dello Sconfinamento di Nazario D’Amato si impone come un’opera fondamentale, un luogo dell’anima a cui tornare quando il rumore del mondo diventa eccessivo.
Nato dalle riflessioni maturate durante la pandemia da COVID-19, il libro non si limita a registrare un’esperienza collettiva ormai storicizzata. Al contrario, la attraversa in profondità, trasformando il tempo sospeso del lockdown in una materia viva, capace di parlare ancora oggi al lettore. Racconti, poesie e musica convivono in una struttura ibrida che rifugge le classificazioni rigide, proprio perché ciò che l’autore mette in scena è uno sconfinamento continuo: tra generi, tra linguaggi, tra interiorità e mondo.
D’Amato parte dalla memoria personale, dal proprio vissuto, ma lo fa con una consapevolezza rara: ogni gesto quotidiano, ogni attesa, ogni silenzio può diventare simbolo universale. È qui che L’Oasi trova la sua forza più autentica. Non c’è compiacimento autobiografico, bensì un’offerta: l’autore si espone affinché il lettore possa riconoscersi. Le domande che emergono dalla pagina non cercano risposte definitive, ma creano uno spazio di risonanza, di ascolto, di umanità condivisa.
Il concetto di “oasi” non è mai evasione. È, piuttosto, un luogo di resistenza interiore. Scrittura e musica diventano strumenti di sopravvivenza, ma anche di relazione. In un periodo in cui il corpo è stato costretto alla distanza, la parola e il suono si fanno ponti, tentativi di contatto, possibilità di incontro. Leggere questo libro significa accettare di sostare, di rallentare, di restare dentro l’inquietudine senza fuggirla.
Dal punto di vista stilistico, l’opera si distingue per una scrittura limpida, mai urlata, capace di tenere insieme fragilità e lucidità. La tensione che attraversa il testo è costante: da un lato il bisogno di raccontare, dall’altro la spinta a superare il dolore e la paura, a trasformarli in apertura. È uno sconfinamento che non nega la sofferenza, ma la attraversa per restituirle senso.
Per questo L’Oasi, ovvero dello Sconfinamento può essere considerato un libro che fa bene. Non perché prometta guarigioni o soluzioni, ma perché offre uno spazio in cui sentirsi meno soli. In un’epoca che chiede continuamente performance, risposte rapide e ottimismo forzato, D’Amato sceglie la via più difficile e più necessaria: quella dell’ascolto, della condivisione, della verità emotiva.
Avere questo libro in casa significa avere un luogo dove tornare quando serve ricordare che la vita, anche nei suoi momenti più duri, può ancora generare senso, relazione, bellezza. È un’opera che invita a vivere meglio non perché insegni come farlo, ma perché ci ricorda che stare umani, insieme, è già un atto di cura.
L’Oasi, ovvero dello Sconfinamento non è solo una lettura consigliata: è un compagno silenzioso, discreto e necessario per abitare il nostro tempo con maggiore consapevolezza.
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