Il libro La fine del colonialismo italiano, curato da Antonio M. Morone, affronta una domanda cruciale: quando e come finì il colonialismo italiano, e quali furono i suoi lasciti per l’Africa e per l’Italia? La risposta non è semplice, e proprio per questo il volume raccoglie contributi di diversi studiosi che offrono prospettive multidisciplinari.
Il libro si articola in tre grandi sezioni. La prima analizza la politica coloniale dell’Italia repubblicana nel secondo dopoguerra, mostrando come, nonostante la perdita formale delle colonie, il Paese abbia continuato a coltivare relazioni e interessi in Africa. La seconda parte si concentra sulla lunga transizione all’indipendenza delle colonie, con particolare attenzione ai rapporti tra colonizzatori e colonizzati e alle trasformazioni sociali che ne derivarono. La terza sezione affronta il tema delle memorie e delle rappresentazioni del passato coloniale, evidenziando come la rimozione e la nostalgia abbiano condizionato la percezione collettiva fino ai giorni nostri.
Storicamente, il volume mette in luce alcuni dati fondamentali:
- L’Italia perse formalmente le colonie nel 1947 con il trattato di pace, ma mantenne un ruolo significativo in Somalia fino al 1960, attraverso l’Amministrazione Fiduciaria ONU.
- La Libia, occupata nel 1911, ottenne l’indipendenza nel 1951, ma il rapporto con l’Italia rimase stretto, soprattutto sul piano economico e petrolifero.
- Eritrea ed Etiopia seguirono percorsi diversi, segnati da tensioni e conflitti, ma sempre con un retaggio coloniale pesante.
Il pregio del libro è quello di superare la visione riduttiva che vede il colonialismo italiano come un episodio chiuso nel 1943. Morone e i suoi collaboratori mostrano invece come il colonialismo abbia lasciato tracce profonde nella politica estera, nella società e persino nella cultura italiana. La memoria coloniale, spesso rimossa o edulcorata, continua a influenzare il modo in cui l’Italia guarda all’Africa e al proprio passato.
La scrittura è rigorosa ma accessibile, e il taglio giornalistico del volume lo rende adatto anche a chi non è specialista. La fine del colonialismo italiano è dunque un testo che non solo ricostruisce la storia, ma invita a riflettere sul presente: capire il colonialismo significa comprendere meglio le dinamiche contemporanee dei rapporti tra Italia e Africa.

Il libro curato da Morone è una lettura imprescindibile per chi voglia conoscere la fase conclusiva del colonialismo italiano, con dati storici precisi e un’analisi che intreccia politica, società e memoria. È un’opera che colma un vuoto nella storiografia e che merita di essere letta anche da un pubblico non specialistico.

In un intreccio di memoria e romanzo, Tigri e colonie riporta alla luce la storia rimossa di tredicimila bambini italo‑libici deportati nel 1940, un dolore collettivo che l’Italia ha quasi dimenticato. La narrazione non si limita alla tragedia umana: accosta quelle vite spezzate alla presenza misteriosa e potente delle tigri indiane sul territorio nazionale, simbolo di forza e sopravvivenza in un Paese lacerato dalla guerra. Il risultato è un racconto che commuove e scuote, che trasforma la Storia in esperienza viva e ci obbliga a guardare negli occhi un passato scomodo. Tigri e colonie non è solo un romanzo storico: è un viaggio emotivo che restituisce voce agli innocenti e invita il lettore a non dimenticare. Un libro che si legge con il cuore in gola e che merita di essere acquistato, perché la memoria non può restare sepolta.