Tramonto su CagliariVista di Cagliari dall'alto

Le elezioni regionali del 25 febbraio in Sardegna hanno suscitato un’attenzione particolare non solo per l’esito elettorale, ma anche per l’incertezza che circonda i dati definitivi. In un clima di incertezza e dibattiti, gli avvocati cagliaritani Giuseppe Andreozzi e Giulia Andreozzi hanno fatto luce e chiarezza sulla complessità del processo di riconteggio dei voti, definendolo una strada ripida e azzardata.

“In Italia”, spiegano i due legali, “non esiste un diritto generalizzato al riconteggio dei voti di un’elezione amministrativa”. La giurisprudenza amministrativa stabilisce che chiunque abbia interesse al ricorso deve proporre il proprio caso al Tribunale amministrativo, indicando con precisione i vizi denunciati, il numero delle schede contestate e le sezioni coinvolte.

Il processo di scrutinio si rivela particolarmente delicato quando alcune sezioni non riescono a concludere le operazioni in tempo utile. In tal caso, spiegano gli avvocati, i tribunali hanno l’obbligo di esaminare le sezioni in questione entro 24 ore. Si tratta di un’operazione che coinvolge una quantità limitata di schede per sezione, ma che richiede un’attenzione scrupolosa per garantire l’integrità del processo elettorale.

Le autorità elettorali procedono quindi alla verifica dei verbali delle sezioni, correggendo eventuali errori nella trasmissione dei dati o nell’inserimento delle cifre. Tuttavia, non vengono esaminate le schede nulle, lasciando un margine di incertezza su eventuali irregolarità.

La fase successiva vede la Corte d’Appello procedere alla proclamazione degli eletti, ma questo non segna necessariamente la fine delle controversie. Coloro che intendono contestare l’esito delle elezioni devono rivolgersi al giudice amministrativo (Tar) entro 60 giorni dalla proclamazione, sebbene i margini per farlo siano molto stretti.

Alessandra Todde, presidentessa della Sardegna, si mostra serena riguardo al processo elettorale, sottolineando che un riconteggio totale non è previsto dalla legge e che eventuali contestazioni devono essere motivate. Tuttavia, si fa eco alle preoccupazioni riguardo ai dati mancanti, sottolineando la necessità di attendere le comunicazioni ufficiali dalla Corte d’Appello di Cagliari.

La presidente della Sardegna spiega che “la ‘forchetta’, a quanto ci risulta, è tra i 1450 e i 1600 voti, considerando tutte le sezioni scrutinate. Un dato ben lontano – sottolinea ancora – dai 200 di cui sento vagheggiare”. Questa dichiarazione offre un quadro più chiaro della situazione e sottolinea la discrepanza tra i dati effettivi e le ipotesi speculative.

Ma visto i problemi che ha causato nel centro destra la sconfitta sarda e in considerazione delle prossime elezioni in Abruzzo, non sorprende che si usino speculazioni per cercare di mascherare una sconfitta clamorosa come una sconfitta al foto finish.

In definitiva, il riconteggio dei voti in Sardegna si presenta come un processo intricato e delicato, dove ogni passaggio richiede attenzione e precisione per garantire la legittimità del risultato elettorale. Mentre le autorità elettorali lavorano per concludere il processo, resta fondamentale mantenere la trasparenza e la fiducia nell’integrità del sistema democratico. Sarebbe anche auspicabile che chi ha responsabilita’ governative al momento, queste certezze le garantisse e non cercasse di minarle per fini puramente elettorali e di bandiera.

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