Il romanzo di Francesco Bianchi “Cefalonia. L’ultima speranza” che parla di vite durante la seconda guerra mondiale, l’occupazione dell’Albania, la campagna Greca e l’eccidio di Cefalonia è rientrato nella rosa dei finalisti del premio internazionale 18 maggio. Giunto alla terza edizione, il premio letterario è organizzato dall’Associazione nazionale vittime delle marocchinate e patrocinato dal comune di Sonnino (LT) nell’ambito della Memoria delle 60.000 vittime delle truppe coloniali degli Alleati.

Il romanzo di Francesco Bianchi, racconta due generazioni che si incontrano: Saverio, un giovane imprenditore in vacanza in Grecia, e Gildo, un soldato disperso dopo la battaglia di Cefalonia, durante la Seconda Guerra Mondiale. Il ragazzo comincia a interessarsi alla vicenda del soldato italiano, fratello della sua anziana vicina di casa. In un vortice di situazioni negative che lo travolgono, immergersi nelle lettere inviate dal fronte costituisce per Saverio il mezzo per evadere dai problemi della quotidianità. Dalla corrispondenza del soldato, emerge un ritratto inaspettato dei campi militari in Albania, dell’occupazione italiana e dei crimini di guerra. 

L’autore, con l’Associazione Mediterraneo di Cefalonia, ha approfondito la vita di alcuni soldati scampati all’Eccidio e entrati nelle fila dei partigiani greci: i famigerati Andartes dell’Elas. I soldati, che erano parte del regio esercito italiano e che hanno permesso alla resistenza greca di combattere e liberare il territorio nazionale, rappresentano esempi di lotta e determinazione in un periodo buio della storia.

Un’ennesima storia da leggere dopo l’esordio dell’autore con “Il coraggio dei vinti”, una storia di deportazione, internati militari, resistenza e deportazione.

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