Georges Simenon, maestro indiscusso del romanzo psicologico, ci presenta in “Il Pensionante” un thriller teso e introspectivo, pubblicato nella prestigiosa Biblioteca Adelphi. La storia di Élie Nagéar, un uomo catapultato nelle acque torbide dell’omicidio, è narrata con la tipica precisione e l’acume psicologico che contraddistinguono l’autore belga.
Élie, la cui esistenza sembra scivolare via come le oscure acque di un fiume in piena, si ritrova a compiere un gesto estremo e irreversibile. L’omicidio di un uomo, ridotto alla mera identità di “l’olandese”, segna l’inizio di un’inesorabile discesa nell’alienazione. Simenon ritrae con sapienza la disperazione che può portare un uomo alla violenza, esplorando i meandri della psiche umana con rara maestria.
“Il Pensionante” è un romanzo che incanta e disturba, permettendo al lettore di immergersi completamente nel mondo interiore del protagonista. La pensione che diviene rifugio per Élie è anche il palcoscenico su cui si svolge la lotta tra il desiderio di redenzione e la tentazione di cedere alla propria natura più oscura. Le “tendine bianche” e i “mattoni anneriti dalla polvere di carbone” sono simboli potenti di una realtà che sembra sfuggire di mano come la sabbia tra le dita.
Simenon non offre soluzioni facili o redenzioni scontate; il suo è un mondo dove le scelte morali si scontrano con le più profonde pulsioni istintive, e dove il confine tra vittima e carnefice si fa sfumato e incerto. “Il Pensionante” è una storia che, nella sua semplicità narrativa, si espande in un universo di domande senza risposta, un invito a riflettere sulla fragilità della condizione umana e sul prezzo della libertà.
Georges Simenon conferma il suo ruolo di narratore eccelso, capace di condurre i suoi lettori attraverso le più oscure vie dell’anima. “Il Pensionante” è un libro che si legge con il cuore sospeso e la mente vigile, un’opera che, una volta terminata, lascia il segno come la chiave inglese nelle mani di Élie Nagéar.