Con “Le Signorine di Concarneau”, pubblicato nel 2013, Georges Simenon ci trasporta nella piccola cittadina di Concarneau, in Bretagna, tessendo un racconto di mistero che è tanto un’indagine poliziesca quanto un affresco sociale. Simenon si allontana dal genere noir puro per esplorare le dinamiche di una comunità chiusa in sé stessa, dove i segreti si moltiplicano come le onde del mare vicino.
La tranquillità di Concarneau viene scossa dall’attentato a uno dei suoi più rispettabili cittadini. La successiva indagine rivela non solo l’aspetto oscuro della vittima ma anche le complesse relazioni che legano i membri della comunità. In questo labirinto di verità nascoste, ogni personaggio assume una doppia faccia, e nulla è come sembra.
Simenon, con la sua abilità di grande narratore, ci presenta personaggi femminili forti e indipendenti – le signorine del titolo – che giocano un ruolo cruciale nella risoluzione del mistero. La loro presenza è tanto significativa quanto l’atmosfera opaca e inquietante che avvolge la narrazione, riflettendo le tempeste interne ed esterne che agitano la vita dei personaggi.
Attraverso una prosa essenziale e incisiva, Simenon ci invita a scrutare oltre le apparenze, a cercare la luce nelle ombre della natura umana. “Le Signorine di Concarneau” è un viaggio affascinante e disturbante attraverso la psiche collettiva di una piccola comunità, un romanzo che affronta temi universali quali l’onore, il peccato e il perdono. Un classico Simenon, da leggere e rileggere.