Momenti di poesia. La poesia di Nikiforos Vrettakos, di Stefania Pellegrini.
(…)Io nacqui su una cima, / di fronte aveva il mare, / vicino aveva il cielo: / miracolo di sogno. / Ma quando poi mia madre / fra le sue braccia mi guardò, / paura prese allora / e lontano mi gettò / nell’abbraccio dell’infinito.
Così leggiamo nei versi tratti dalla poesia “Isolamento”. Tutta la poesia di Nikifòros Vrettakos è scoperta del mondo “da dentro”, sguardo di stupore e meraviglia di tutti i sensi che esplorano la bellezza. La sua aspirazione è trovare una lingua in grado di esprimere la pienezza dell’universo dove far rientrare: luce, mare, nuvole, fiori, monti, farfalle, colori.
Voce poetica del Novecento greca Nikifòros Vrettakos, uomo mite, schivo, pronto a stupirsi del miracolo della vita e della natura nasce nel 1912 ai piedi del monte Taìgeto a Krokeès – Laconia e muore ad Atene nel 1991. Pacifista fu espulso dal Partito comunista e visse in esilio durante la dittatura dei colonnelli. Dai toni crepuscolari delle prime raccolte, che appaiono pervase dall’ottimismo degli ideali pacifisti e umanitari, la sua poesia adotta uno stile semplice e piano, atto a veicolare messaggi forti ed evidenti.” Muovo contro le vostre armi / carico di fiori e di luce (…) / Si infrangeranno i vostri proiettili / sopra il mio pensiero / e sopra questi versi /L’infanzia avrà una parte molto importante nella formazione del bambino Nikifòros che lo vedrà immerso in una continuità indistinta di sensazioni. Al tempo in cui nacqui – / in quegli anni Dio mi aveva / tenuto in serbo gli alberi. Erano stelle in cielo. / I colori giovani fasciavano i colli / o si posavano sulle acque. Mane e sera / si diramava fra i cespugli e le pietre la luce. ( …) Dentro di me danzavano piccole farfalle, / era forse la mia anima; forse Dio / dentro di me racchiuse cristalli di tutti i suoi colori celesti. (… )(tratta da Autobiografia)
AURIGA
Nella mia caccia al sole, ho già superato
i cinquant’anni, sempre fanciullo. Mi vergogno
ad accorciare il passo. La mia mano tesa
corre, spicca il volo, si libra, scende
ad afferrare la luce. Cerco di fare in tempo
a diventare l’auriga di questa luce
sul mondo.
(da Paralipomeni)
LA POESIA E LA VITA
Non finisce la poesia, come
non finisce anche il cielo. Come le ore di Dio
e le rotazioni del nostro pianeta. I riverberi della vita
conservano la sua forma di poesia. Finchè
andrà e tornerà il mare, finchè
nasceranno fiori e colori, finchè
gli uomini si daranno l’un l’altro la mano
esisterà anche la poesia.
La poesia nasce
insieme alle cose, insieme all’amore,
insieme al dolore. Per esempio,
di molte mie pagine la poesia è nata
insieme ai tuoi occhi.
(da L’abisso del mondo, 1961)
(Poesie tratte dalla rivista mensile Poesia – Crocetti Editore.)
Un articolo notevole, e molto interessante, che mette in luce i variegati aspetti, nel tempo, della poesia e della personalita’ dei suoi autori.
Brano molto apprezzato
Un grazie di cuore per l’apprezzamento. Buon pomeriggio, Silvia.