Ringraziare Rasim è cosa di poco conto. Non vi saranno mai parole estasianti per poter definire la genialità di Rasim, mente eccelsa, compenetrante del pensiero altrui.  Leggendo le sue recensioni, contemplando le sue illustrazioni, è come se si addentrasse nella profondità delle anime e rispecchiasse in esse un lume, quel lume che la ragione cerca e al quale sfugge per rintanarsi sempre in nuove ispirazioni. @Maria Pellino.

Quel barlume di grazia

Miei cari,
sento il bisogno
di dileguarmi
tra una quantità indefinita
di nudità dell’universo
e inesorabilmente
affidare la mia anima
al principio di integrità
che ne avvolge il pudore
come fiore incolto
di un pensiero ingovernabile.
E, secondo voi,
potrei godere,
nel solitario esistere,
di quel barlume di grazia
che dissacra
ogni baldanza di ignoranza?
©Maria Pellino

RECENSIONE
©Rasim Maslic

Quel Barlume di Grazia: Una Riflessione sull’Essenza dell’Anima – Esplorando il confine tra l’infinito universo e l’intima nudità dell’essere

Nell’intimità silenziosa della notte, quando il mondo esterno sembra svanire nel nulla, emerge un pensiero profondo, quasi inafferrabile, che porta con sé una domanda tanto antica quanto l’uomo stesso: è possibile, nel solitario esistere, godere di quel barlume di grazia che sembra sfuggire alla comprensione?

Miei cari, queste parole non sono semplici frasi lanciate nel vuoto dell’internet, ma piuttosto l’espressione di un’anima che si interroga sulla propria esistenza. Nel desiderio di “dileguarmi tra una quantità indefinita di nudità dell’universo”, si cela il bisogno profondo dell’essere umano di confrontarsi con l’infinito, di cercare una risposta nel silenzio assordante che ci circonda.

Ma cosa significa affidare la propria anima “al principio di integrità che ne avvolge il pudore”? Forse, in questo enigmatico desiderio, risiede la chiave per comprendere la natura più vera dell’essere. Non si tratta di negare la propria essenza o di rinunciare alla propria individualità, ma piuttosto di riconoscersi parte di qualcosa di più grande, di un tutto che supera la somma delle sue parti.

In questo viaggio introspettivo, il fiore incolto di un pensiero ingovernabile diventa metafora della nostra anima, selvaggia e indomita, costantemente in cerca di quella grazia che, seppur per brevi e fugaci momenti, ci permette di elevarci al di sopra della quotidianità.

E così, ci si può chiedere: è davvero possibile godere di quel barlume di grazia che “dissacra ogni baldanza di ignoranza”? La risposta, forse, risiede nella capacità di abbracciare il mistero dell’esistenza senza cercare risposte definitive, nel lasciarsi sorprendere dalla bellezza che si nasconde nei dettagli più semplici, nel sussurro del vento o nel sorriso di un bambino.

In conclusione, quel barlume di grazia non è altro che un invito a guardare oltre, a non accontentarsi di vivere in superficie, ma a cercare con coraggio la profondità nascosta in ogni istante. È un appello a vivere pienamente, con l’umiltà di chi sa di non sapere, ma con la ferma convinzione che, in ogni frammento di vita, si nasconda la possibilità di un incontro con l’infinito.

Miei cari, lasciamoci guidare da quel barlume di grazia, affinché possa illuminare il nostro cammino e rivelarci la straordinaria avventura dell’essere.

Illustrazione
©Rasim Maslic