24 Gennaio 2003: Torino piangeva la morte di Gianni Agnelli .

Gianni Agnelli prende le redini della Fiat nel 1966 e inizia per Torino un grande periodo di crescita, in cui la città si lega a doppio filo alla Fiat,e alla famiglia Agnelli.

I torinesi sentono il proprio concittadino vicino, uno di loro, perché l’ avvocato è una persona con gusto, colto, intelligente, imprenditore, sportivo, a cui piace la bella vita e le donne, è un personaggio a 360 gradi.

E’ tifosissimo della Juventus, una vera e propria passione che vive direttamente allo stadio, scatenando i giornalisti che lo aspettano al di fuori dei cancelli per cogliere le sue pungenti quanto originali frasi di commento che era solito rilasciare dopo ogni match.

Con lui Torino supera il milione di abitanti e vive un momento di crescita economica che sembra inarrestabile. I figli del sud trovano lavoro a Mirafiori che arriverà a contare 60000 unità. Poi le crisi degli anni 70 e inizio 80, i licenziamenti, momenti duri per l’ azienda Fiat, che però saprà risollevarsi con i modelli innovativi di grande successo come la Uno.

Negli anni 2000 intuisce che la Fiat non può farcela da sola e avvia un’alleanza con gli americani di General Motors.

I lutti del nipote prediletto nel ’98 e del figlio Edoardo nel 2000, provano fortemente l’avvocato. Senatore a vita, presidente della Confidustria, uomo simbolo di Torino a cui resterà legatissimo per tutta la vita (lascerà alla città parte dei suoi quadri della collezione privata per far fruire alla cittadinanza quei capolavori) e in cui passera 7-8 mesi all’ anno, un uomo che ha lasciato il segno nel cuore e nella mente dei torinesi che per questo sfilarono, in decine e decine di mifgliaia un ultimo saluto presso la camera ardente allestita al Lingotto quella triste giornata invernale di 12 anni fa.

  Fonte: MOLE24.IT