Il thriller poliziesco assume una nuova sembianza, rosso passione; Parker viene assunto per la ricerca della scomparsa di un ragazzo, le cui indagini lo porteranno a conoscenza degli altarini nella sfera intima del giovane. 

La trama si intreccerà con la comparsa dell’acerrimo nemico di Parker, che gli darà filo da torcere, anche ai suoi collaboratori. Intanto nella sfera familiare del detective vi sono delle novità e il lettore comincia ad affezionarsi ai personaggi minori che capitolo dopo capitolo vengono accennati e vanno evolvendosi.

La figura della defunta moglie, continua in questo episodio, costante e rivelatrice nonché angelo custode.

Una saga avvincente che libro dopo libro scaturisce la curiosità del lettore rendendolo parte attiva del racconto.

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È sempre un approccio difficile. Non tanto per lei, che se ne sta tranquilla poggiata sulle sue esili zampette per terra nella terrazza della signora Parker, ma per il detective che, seduto sullo scalino, l’osserva come se volesse darle un monito, un ultimatum. La mosca non è particolarmente lungimirante, mettendo così a rischio la sua incolumità. Passano secondi che sembrano un’eternità. Alla fine, all’imbarazzante situazione ci pensa Doll, la cui improvvisa e gioviale irruzione in terrazza mette in fuga l’insetto, risparmiandogli un infausto epilogo. Il simpatico volpino scodinzola fra le gambe del detective. L’uomo l’accarezza amorevolmente. Appare, come d’incanto, Kate.

«Ciao papà!» la ragazza saluta il detective con un bacio sulla guancia.

«Ciao piccola!»

«Non ti ho sentito entrare.»

«Eri nella tua stanza?» chiede il detective.

«Sì.»

«Entrando non ho visto nessuno, ho pensato che foste entrambi fuori.»

 «La nonna è dal parrucchiere.»

«A farsi bella?»

«Sì. A momenti dovrebbe essere di ritorno. Ti stai riposando?»

«Già! È meraviglioso rilassarsi fra le mura domestiche.»

«Vuoi dire, che ti trovi meglio qui che a casa tua?»

«No; anche questa è casa mia.»

«È vero, che stupida che sono! Norah è al lavoro?»

«Sì. Come va?» le chiede Parker.

«Bene» risponde Kate. «A volte però mi annoio … »

«Be’, capita a tutti di annoiarsi, senza distinzione di età. Spero che non sia questo il momento … » dice sornione il detective.

«No! La tua presenza mi rende felice!» replica con tono compiaciuto la ragazza.

«Mi fa piacere!» risponde Parker.

Kate gioca a ricorrere Doll.

«Forse avresti voluto avere una sorella, o un fratello … » dice l’uomo.

«Non lo so; comunque non mi sarebbe dispiaciuto. Quando ero più piccola ci pensavo, ora non più. A cosa servirebbe? Forse mi sto sbagliando …  voglio dire, tu e Norah … »

«Intendi … che potremmo avere un bambino?»

«Sì. State insieme, non ci trovo nulla di male.»

«Sì, non ci sarebbe nulla di strano, ma ti assicuro che con lei non ne abbiamo mai parlato, e questo significa che non rientra nei nostri futuri programmi. Bisogna essere in due per volerlo; capisci?»

«Certo. Ma le cose possono cambiare da un momento all’altro.»

«Questo è vero; anche se sono convinto che non succederà.»

«Tu hai una sorella.»

«Già! Zia Sally. La dolcissima zia Sally. Eravamo molto legati.»

«Eppure non ne parli molto; ed io, l’avrò vista alcune volte, non ricordo bene, forse sei, sette volte al massimo.»

«Vive in Olanda con la sua famiglia; si è trasferita in Europa ancor prima che tu nascessi. È normale che ci si veda poco, ma col pensiero rimaniamo sempre uniti.»

«Hai mai sofferto la sua assenza?»

«Sì, molto. Soprattutto all’inizio; ma dopo ho capito che era giusto così, che lei doveva prendere la sua strada, farsi la sua vita. È la legge della natura.»

«Io non riuscirei mai a separarmi da te e dalla nonna, morirei di tristezza.»

L’uomo si alza dallo scalino.

Capisco i tuoi sentimenti, ma è ancora presto per prendere delle decisioni importanti; quando avverrà, spero, qualsiasi esse siano, che ti rendano felice» dice Parker, abbracciando affettuosamente la sua “piccola”.