Ruggine di passate stagioni ossida
la visione della prospettiva
sul limite di un cortile d’ortiche.
Finestra chiusa nella mente come
mantra profano che non accetta
varianti ma solo catene di stasi
nella chiusa della bocca,
fors’anche del cuore.
Inutile l’invocazione ad aprire
alla luce l’ombra del diniego
cocciuto : pietra che invano
cerco di incidere con offerte
di tenerezze incompiute.
Appendo al filo dei giorni stracci
umidi di rimpianto e fascio le mani
con le bende del dono: mi appoggio
ancora alla speranza della via di
ritrovate consapevolezze.
Lo so. Nessun amore è stato mai
senza dolore e senza pianto
né senza la pena dell’assenza.
