– Sicuro che non vuoi andare in ospedale? – chiede la donna, trentacinquenne, seduta sulla poltrona. – Sì, in caso di bisogno verresti assistito. –

– No, non ci voglio andare, morirei prima del tempo – risponde con tono sarcastico l’uomo anziano, disteso a letto, fisico asciutto, visibilmente provato dalle condizioni di salute non buone. –

– Sei testardo! –

– Già. Col tempo lo sono diventato sempre di più. Con il trascorrere degli anni si peggiora. –

– Ma tu non sei vecchio. –

– Be’, credo di esserlo diventato … parecchio tempo fa. Sì, improvvisamente ho smesso di vivere. E questo nonostante ci fosse una splendida luce che illuminava le mie giornate. –

                                                         ***

– È meravigliosa! – dice con un’espressione compiaciuta l’uomo, in piedi dinanzi a un letto in una stanza di una clinica ostetrica, su cui è distesa una bella donna dai capelli lunghi e ondulati di colore biondo chiaro.

– Sì, è meravigliosa – risponde lei, volgendo lo sguardo colmo di felicità al bebè che ha al suo fianco. – È un amore. –

– Già – l’uomo si avvicina dandole un bacio sulla fronte. – Come stai? –

– Bene; sto bene e sono felice. –

– Anch’io. –

– La famiglia si è ingrandita. –

– Già. È solo l’inizio. –

– Non dirai sul serio? –

– Perché no! Sempre che tu sia d’accordo. –

– Mi prendi alla sprovvista … se ne riparlerà. –

                                                         ***

– Sì, è stato un giorno meraviglioso – afferma l’uomo disteso a letto. – Avevamo lasciato alle spalle un lungo periodo difficile e ci apprestavamo … a goderci la vita, com’è giusto che sia. Tutto molto bello … il coronamento di un sogno. Il nostro era un grande amore, nulla ci avrebbe diviso … è quello che ci dicevamo sempre. Potevamo anche, non dico soffrire la fame, ma riuscire a stento a pagare l’affitto di casa, o non poter comprare un capo d’abbigliamento nuovo, ma tutto questo non scalfiva minimamente il nostro forte legame. Guai se qualcuno l’avesse sfiorata con un dito, sarebbe dovuto passare prima sul mio corpo. Era la mia forza … la mia linfa vitale. Saremmo dovuti stare insieme per tutta la vita … e fors’anche dopo. –

– Pensi che lei ti stia ascoltando? – dice la giovane donna.

– E chi può dirlo, non sappiamo nulla cosa ci sia dopo la morte – risponde lui.

– Un giorno, mi auguro molto tardi, potreste incontrarvi. –

– Sì, è una magra consolazione, tanto illuderci non ci costa nessuna fatica. Sono passati venticinque anni da quando se n’è andata. –

– Sì. –

– Sembra che sia successo ieri. Ho tutto chiaro in mente, come se fosse un film. Ricordo che … la fabbrica in cui lavoravo aveva chiuso e io sono rimasto a spasso. Mi sono sentito crollare il mondo sotto i piedi, ma lei sapeva come tirarmi su il morale. –

                                                         ***

– Mi dispiace – dice l’uomo, seduto al tavolo della cucina.

– Di cosa? – chiede la moglie, accomodata dinanzi.

– Per aver perso il lavoro. –

– Non è colpa tua, è successo, può capitare a chiunque. –

– Sì, lo so, non è comunque una bella cosa. –

– Non ho detto che è una bella cosa, ma non per questo bisogna abbattersi, arrendersi. –

– È capitato in un momento … –

– Ti riferisci? – la donna accenna un sorriso, puntando il dito indice della mano destra in direzione della sua pancia.

– Sì. –

– Be’, è per questo che non dobbiamo arrenderci; non l’abbiamo mai fatto, ricordi? Non ci siamo mai persi d’animo. –

– No, è vero. È tutto merito tuo. –

– Mai sentita una cavolata del genere. Non è mai stata presa una decisione su cui non fossimo entrambi d’accordo, nel bene e nel male, e sarà sempre così. –

– Certo. Mi darò da fare per cercarmi un altro lavoro, qualunque esso sia. –

– Ok, ma con tranquillità. Al momento non ci sono particolari problemi; io fortunatamente sto lavorando. –

– No, non voglio che ti affatichi, potrebbe essere rischioso … –

– Quando vedrò di non potercela fare più, smetterò. In ogni caso il lavoro di collaboratrice domestica si è ridotto ai minimi termini non appena i miei datori hanno appreso della mia gravidanza. Sono persone sensibili, per loro potrei starmene seduta sulla comoda poltrona e ricevere regolarmente il mio onorario. –

– Comunque … –

– Ho capito, meglio starmene a casa. –

– Esatto. –

– Va bene. Chiuderò il mese, dopodiché mi asterrò dal lavoro, un po’ prima rispetto ai tempi di un normale congedo di maternità. –

– A volte penso … –

– Cosa? –

– Sì, avresti potuto avere una vita migliore. –

– Una vita migliore … è la vita che ho scelto, e sono felice. Non la cambierei per nessun’altra vita. –

– Lo dici per non ferirmi. –

– No, lo dico perché ti amo, fin dal primo giorno, e sarà per sempre così – afferma la donna.

– Anch’io ti amo, e lo sarà per sempre – risponde lui, allungando la mano sul tavolo per unirsi in una stretta forte con quella della donna.

– Nulla ci dividerà. –