Zia Molly

Mai come quest’anno c’è quel predominante senso di ricordare il passato, di ritornare con la mente alle estati di anni or sono, quasi una processione mesta e devota di pensieri e sospiri, eppure avrebbe dovuto essere la stagione delle sospirate libertà dei due anni trascorsi, dello stare felicemente tutti insieme e ritrovarsi, dell’assaporare pienamente il valore della vita stessa e urlare a voce alta: “ siamo ancora vivi”…..e invece eccoci qui a scorrere il nostro tempo a ritroso, lo facciamo immancabilmente già quando prendiamo la strada per il mare e ci rendiamo conto che le vacanze non sono più quel rincorrersi di folle su strade zeppe di auto e di cianfrusaglie annesse, di valige alle stazioni e attraverso i finestrini dei treni pieni di persone, strade comunque piene ma non code esagerate, se avvengono è solo per ennesimi “lavori in corso” (tipici estivi) o banali incidenti (tipo tamponamenti) che invadono le corsie e lo spostarsi ne andrebbe della loro (forse) ragione.

Ma poi ancora ci sovviene che quello che davvero manca è quella densa, poderosa, immensa e straripante “felicità” di andare e viaggiare, che davvero ci colpiva e ci invadeva, eravamo felici il solo stare sedute dietro con le borse piene in grembo, ma sottolineavamo il nostro sacrificio con un leggero motivo ( i “tormentoni” di allora che ancora non si chiamavano così) e a squarciagola ne provavamo la lirica conoscendone tutte le parole. Era “felicità” del poco ma pareva tanto e adesso che forse abbiamo troppo quella “felicità” non esiste per niente.

Ritorniamo indietro nei nostri pensieri e accomuniamo le stesse cose e le stesse spese, gli stessi guadagni e le stesse difficoltà e vediamo e confrontiamo che c’è un abisso di diversità, ma non per la “lira” invece del’ “euro”, non per il costo ormai esoso della vita, ma solo per capire che anche in questo ci accontentavamo e ci soddisfacevamo per molto poco, ……era immensa quella volta che entrò in casa quell’oggetto freddo e bianco, statico e rumoroso, ed era frigorifero ed era innovazione e rinnovamento, sia personale ma sopratutto sociale. Ora non bastano i “mille” elettrodomestici, come quel “topo morto” (mia denominazione”) che ti gira per la casa zitto zitto, cercando anche la più minuscola briciola e con fare di stizza al primo ostacolo si gira di “culo” e ricomincia la ricerca.

C’è quell’assurda ricerca di un passato che non può (e non deve) ritornare, anche nei social e nelle televisioni, ogni anno un “teche-tè” per quella statale e i “festival-bar” per quelle del Cavaliere, e giù lacrime, sogni spezzati, amori lasciati, amori perduti, esistenti, lontani…….

E il tempo scorre inesorabile e non ci rendiamo conto che domani non avremo niente da ricordare di questo tempo che ci lasciamo andare, rimarranno soltanto le rabbie e i rancori, le invidie e i malumori, la violenza e la mancanza di rispetto a sottolineare questa estate che viene da una pandemia quasi debellata e da una guerra sotto certi aspetti “molto desiderata”.

Photo by Errebi (Roberto Busembai )