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Il governo studia un piano d’emergenza mentre il prezzo del gas vola: le possibili misure
Il prezzo del gas è ampiamente oltre quota 300 euro a megawattora, mentre cresce il timore che la Russia possa chiudere i rubinetti. Il governo lavora a un piano di emergenza.
A cura di Tommaso Coluzzi

Immagine di repertorio
Il prezzo del gas ha toccato un nuovo record questa mattina: prima a 315 euro, poi si è assestato a 310, poi ancora un picco a 318 euro e infine 313 euro a megawattora. È inutile dire che la preoccupazione di tutta Europa, e soprattutto di Paesi come l’Italia, è alle stelle. Anche perché manca una settimana alla annunciata chiusura del gasdotto Nord Stream da parte di Gazprom: il 31 agosto i rubinetti del metano dalla Russia verso l’Europa si chiuderanno ufficialmente per una manutenzione che durerà fino al 2 settembre. Il timore di tutti, però, è che quei rubinetti Putin non li riapra più.

In ogni caso il governo sta lavorando ormai da settimane a un piano di emergenza, anche perché – in ogni caso – il prezzo del gas è arrivato a livelli mostruosi e l’autunno e l’inverno che stanno arrivando rischiano di essere catastrofici. “Il nostro piano di risparmio del gas lo presenteremo nei prossimi giorni, c’è un comitato d’emergenza che lavora su questo”, ha detto ieri il ministro Cingolani. Mentre la politica discute dell’emergenza energetica principalmente come tema di campagna elettorale, da chi chiede il price cup europeo a chi propone un prezzo amministrato a livello nazionale.

La prima parte del piano il governo l’ha già annunciata settimane fa, ovvero la temperatura massima di 19 gradi negli edifici pubblici e un’ora in meno di accensione del riscaldamento. La seconda parte è in fase di discussione, proprio perché il governo Draghi non contava di occuparsene, lasciando la palla al prossimo esecutivo post elezioni. Ma il flusso di gas dalla Russia diminuisce e se il Cremlino dovesse staccare la spina mancherebbe il 20% circa delle forniture. Per ora non si parla di intervenire sulle utenze domestiche, ma si potrebbe chiedere ai negozi di chiudere un’ora prima. Per i cittadini sarebbe in arrivo una campagna pubblicitaria di sensibilizzazione su come non sprecare energia.

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Nel frattempo proseguono gli stoccaggi, che hanno superato l’80% e dovrebbero raggiungere il 90% entro ottobre. A meno che il flusso dalla Russia non dovesse sul serio interrompersi. In quel caso, come ha detto lo stesso Draghi a Rimini, bisognerà “fare del risparmio”.

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