Il pittore italiano Tranquillo Cremona (10 aprile 1837 – 10 giugno 1878) nacque a Pavia, da giovane visse a Venezia per poi trasferirsi a Milano dove divenne l’esponente per eccellenza della “Scapigliatura” lombarda. Questo movimento comprendeva poeti, scrittori, musicisti, pittori e scultori ed era caratterizzato da atteggiamenti bohémien. Il termine Scapigliatura è l’equivalente italiano del francese “bohème” (bohémien).

Quegli artisti avevano tendenze ribelli, e anti-accademiche e successivamente anarchiche. Nella pittura preferivano soggetti legati alla vita reale e quotidiana piuttosto che alle grandi riproduzioni storiche. I loro temi prediletti erano il ritratto, le figure femminili e le scene di genere, e talvolta arrivavano alla dissoluzione della forma per un libero rapporto tra luce e colore.

Le opere di Cremona consistevano principalmente in ritratti , soprattutto femminili, in uno stile  in cui si  nota la ricerca di effetti vaporosi e morbidi, ottenuti con il prevalere dello sfumato sul contorno.

La sua ultima opera fu “L’edera” (1878): un dipinto simbolista dedicato alla fedeltà eterna delle promesse d’amore che rappresenta due amanti in primo piano (e la pianta sempreverde, avvinghiata del muro.

La situazione non è nitida e anche il genere dei due amanti non è ben definibile: alcuni  vi scorgono due donne a testimonianza dell’anticonformismo del pittore, altri dicono che si tratti del musicista Alfredo Catalani e Lisetta Cagnoli, cognata di Tranquillo Cremona.

In questo come  in altri dipinti ottenne i suoi caratteristici effetti di sfumature e luce utilizzando molto colore bianco.

Dopo un primo intervento con i pennelli, soleva terminare con le dita, per sfumare i contorni ed espandere la luce:  una tecnica che gli permetteva  di ottenere quei giochi di luce, quelle atmosfere sognanti fatte di forme indefinite, come avvolte da un vapore,  che ricordano le stazioni di Monet.

Fu il bianco utilizzato con questa tecnica che gli causò il saturnismo, cioè l’avvelenamento da piombo. Infatti la biacca, il suo  bianco preferito è un  pigmento inorganico altamente tossico costituito da carbonato basico di piombo.

Fu così che, tra dolori sempre più frequenti e insopportabili,  Cremona morì perché il piombo delle biacche, infiltrandosi nel sangue, aveva finito per  causargli la paralisi degli intestini.  Aveva solo 41 anni.