Come un rito che si rispetti, la bevanda scura è di casa nella rinomata agenzia investigativa; Parker accoglie il magico momento con un’espressione compiaciuta.

«Lo senti questo delizioso odorino?» dice il detective, mentre seduto dietro alla sua scrivania, osserva il monitor del computer.

«Già!» risponde Ted, accomodato dinanzi.

L’aroma si fa più intenso man mano che si avvicina Jennie con l’immancabile vassoio che appoggia sulla scrivania. La donna porge le tazze con la bevanda scura al detective e a Ted, per poi sedersi.

«La dispensa e il frigorifero cominciano a perdere la loro vera identità; dovremmo trovare il tempo per fare delle provviste.»

«Ci penso io, scrivimi una lista di quello che manca» si propone Parker.

«Un po’ di tutto: caffè, birra e generi alimentari d’emergenza, nel caso uno di noi decidesse di rimanere a dormire qui» inequivocabilmente lo sguardo della donna si posa su Parker.

«Sei dolcissima!»

«Qualcuno deve pur pensarci.»

La simpatica bionda rimane attonita dinanzi all’indifferenza di Ted nei confronti della tazza di caffè che ha in mano.

«Cosa c’è, non ti va?»

«Ne sono pieno; la signora Nichols è stata così cortese da offrirmene una gran quantità.»

«Che significa una gran quantità?»

«Due tazze traboccanti.»

«Se non riesci a mandarlo giù, cosa aspetti a posarla?»

«Forse è meglio; mi dispiace…»

«Il suo era più buono?» gli chiede Jennie.

 «No, figurati! Sei insuperabile!»

«Non ti credo.»

«Perché non dovrei dire la verità?»

«Per paura di ricevere nei giorni a venire delle brutte sorprese.»

«Di che tipo?» domanda Ted, camuffandosi dietro un artificioso sorriso.

«Non so; magari, il gusto del mio caffè comincerà a deluderti un po’…»

«Stai scherzando?» replica preoccupato l’amico.

«Può darsi.»

«Siete davvero carini!» osserva Parker, sorseggiando la bevanda. «Complimenti! Davvero niente male.»

Ted decide di porre fine all’imbarazzante argomento.

«Bisogna che uno di noi due ritorni dalla signora Nichols.»

«Sarai tu ad occupartene» replica Parker.

«Ok.»

«La donna sarà disperata e inevitabilmente sfiduciata; cerca, per quanto possibile, di tirarle su il morale.»

«Ci proverò.»

«In fondo il figlio è un bravo ragazzo, non la deluderà di certo» osserva Parker.

«Sapere che è andato a rifugiarsi in quella banda di matti deve essere stato per quella povera donna, traumatico» dice Ted.

«È naturale. Comunque, dalla conversazione avuta, il ragazzo mi ha fatto una buona impressione, soprattutto disponibile, pronto a ravvedersi.»

«Una sculacciata! Ricordi?» interviene Jennie. «Era la tua personalissima idea su come mettere la testa a posto a quel ragazzo.»

«Lo meriterebbe per il dispiacere che ha causato alla sua mamma, ma a tutto c’è un rimedio; finirò per perdonarlo.»

«Lo penso anch’io» replica Ted.

«Bene; non ci rimane che metterci in azione» dice Parker.

«Ehi, ragazzi, andateci cauti, non pensiate che si tratti di una passeggiata» consiglia la donna.

«È tutto organizzato alla perfezione come non succedeva da un po’ di tempo» fa sapere Ted, volgendo lo sguardo sornione all’amico.

«Non mi starai accusando di essere troppo individualista?» dice il detective.

«Stai scherzando?» commenta con tono ironico, Ted. «Siamo un’ottima squadra!»

«Siete davvero commoventi!» si lascia andare divertita la bionda segretaria.

«Be’, cosa c’è di complicato? È sufficiente andare in quel covo di matti e mettere le cose a posto; con le buone o con le cattive» osserva Ted.

«Geniale!» esclama Jennie.

«Vuoi che me ne occupi io della signora Nichols?» chiede Parker.

«No, so cavarmela da solo; lo sai, quando mi ci metto…» risponde l’amico.

«Già.»

«Allora, è tutto ok.»

«Io vado dall’altra parte, nel mio angolino, a sbrigare il solito oscuro lavoro» risponde Jennie, mentre prende il vassoio con le tazze e si allontana.

«Mi sono ricordato di avere un appuntamento importante» dice Parker, alzandosi dalla sedia. «Se ti serve una mano d’aiuto, mi raccomando, fammelo sapere!»

«Certo. Grazie del pensiero…»

«Ah, dimenticavo; un caro saluto dal vecchio Eddie.»

«A proposito come sta?» gli chiede Ted.

«Recupera bene, non ha tutta questa necessità di rimettersi presto in piedi.»

«Sono contento per lui, lo merita.»

«Lo puoi ben dire» commenta il detective uscendo dalla stanza.