Gli uomini della mafia siciliana sono sempre stati arrestati nel loro territorio.

Può risultare una semplificazione ma se a ciò aggiungiamo che il territorio è impervio e che intorno c’è sempre una rete di connivenza che li protegge, comprendiamo che non è così facile.

Matteo Messina Denaro non ha fatto eccezione ed infatti è stato arrestato a Palermo in una clinica privata ,”La Maddalena “dove stava ricevendo cure oncologiche. Anche altri boss,come Totò Riina e Bernardo Provenzano e Leoluca Bagarella o Luciano Bagarella,sono stati arrestati nelle zone palermitane.  Matteo Messina Denaro era latitante dal 1993 e dopo l’arresto di Riina si erano intensificate le ricerche. Ma il boss godeva della protezione di affiliati,che pur non essendo magari mafiosi lo hanno aiutato e coperto .

Teresa Principato, componente della Direzione nazionale antimafia ed ex procuratrice aggiunta a Palermo, in un’intervista data tempo fa affermava che questa rete di protezione non esisteva solo in Italia e lei l’ha definita “massonica”.

 Vincenzo Calcara, collaboratore di giustizia vicino ad ambienti mafiosi di Castelvetrano, confermò in passato uno stretto rapporto tra la loggia massonica di Castelvetrano, Campobello e Trapani e la cosca mafiosa della zona. Secondo informazioni dei collaboratori di giustizia, mai confermate, Matteo Messina Denaro stesso sarebbe stato affiliato a una loggia massonica.

Indubbiamente il boss è stato coperto e aiutato dalla borghesia locale e specie dal mondo sanitario locale.

Grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali è nato il sospetto che fosse seriamente malato: da qui l’agguato e la sua cattura.

Dopo i sospetti sulla possibile malattia, incrociando i dati del servizio sanitario siciliano e nazionale è stata stilata una lista di pazienti oncologici dell’età di Messina Denaro (ha 60 anni, è nato il 26 aprile 1962). Un nome attirò l’attenzione degli investigatori: quello di Andrea Bonafede, parente di un fiancheggiatore del boss di Castelvetrano. Ha spiegato nella conferenza stampa il generale Pasquale Angelosanto, comandante del Ros: «Nell’ultimo periodo c’è stata un’accelerazione perché via via che si scremava la lista e si scremavano le persone, ci siamo concentrati su pochi soggetti fino ad individuare quel nome e cognome. Da qui l’ipotesi che potesse essere il latitante».

Dalle indagini è risultato che un certo Andrea Bonafede, negli ultimi due anni, aveva sostenuto due interventi al colon realizzati all’interno della clinica La Maddalena. Secondo quanto riferito da alcuni giornali, ma è ancora da chiarire, gli investigatori avrebbero appurato che nel giorno in cui risultava essere stato operato nel 2021, l’uomo sarebbe stato in realtà a casa. È in questo modo che in procura si è arrivati alla convinzione che Bonafede potesse essere in realtà Matteo Messina Denaro.

La conferma è arrivata nelle scorse settimane, quando si è appresa la notizia che Andrea Bonafede aveva effettuato una visita oculistica all’occhio sinistro alla clinica La Maddalena e  Messina Denaro ha proprio problemi proprio all’occhio sinistro.

Matteo Messina Denaro, recatosi in clinica per la seduta di chemioterapia è così stato bloccato in una via laterale e ha confermato, alla domanda di come si chiamasse, di essere il famoso ricercato.

 E’ stata perquisita anche la sua abitazione, dove si sperava anche di ritrovare la famosa agenda rossa di Borsellino,sottratta dopo la sua morte. In realtà sono stati reperiti oggetti e beni di lusso,ma mancano reperti significativi per avere informazioni sull’organizzazione mafiosa e sui documenti.

Questo arresto significa un grande successo per lo stato: un uomo che si è macchiato dei peggiori delitti che vanno dallo sciogliere nell’acido il figlioletto di un pentito, a strangolare una donna incinta,compagna di un mafioso, alle stragi di Falcone e Borsellino e a quella dei Georgofili di Firenze  e tanti altri misfatti .

 Restano comunque domande irrisolte: se Matteo Messina Denaro è potuto essere latitante per tanto tempo quante persone lo hanno coperto e aiutato? Si teme che ci siano connivenze ad alti livelli e nella borghesia locale e che il suo arresto sia solo ancora una volta, quello di un pezzo grosso ma non del “Capo”.

I giovani hanno manifestato a Castelvetrano esprimendo la loro gratitudine allo stato e dissociandosi dalla mafia ma tante persone di mezza età si sono mostrate riluttanti ad esprimere la loro soddisfazione ed hanno preferito sfuggire alle interviste,dichiarando semmai di non averlo mai riconosciuto.

Il fratello di Paolo Borsellino , ucciso in un attentato ordito da Matteo Messina Denaro si è mostrato deluso da un ritardo così importante che ha permesso al boss di vivere da uomo libero finora e da fatto che la polizia non gli ha neppure messo le manette, per un rispetto alle sue condizioni di salute ,anche se è stato deciso che sarà curato nell’ospedale in Abruzzo dove è il carcere di massima sicurezza.

Dunque, ancora una volta, un arresto eccellente che alterna luci ed ombre .