– Stanco? – dice Norah, a letto, distesa su un fianco con lo sguardo rivolto al suo uomo, in posizione supina.
– Sì, ma nulla di serio – risponde Parker, voltandosi a guardarla, mentre l’abbraccia calorosamente. – Pensi che sia privo di energie? – aggiunge col sorriso sulle labbra.
– Sì, sarebbe comprensibile dopo un giorno di duro lavoro – replica sulla stessa falsariga la donna.
– Non è così, posso dimostrartelo … –
– Ci credo, mi hai convinto. A proposito, Kate ti ringrazia. –
– Per cosa? –
– Non ti sarà difficile capire il motivo, così mi ha detto. –
– … sì, ha ragione, si riferisce al fatto che l’ho liberata da una presenza ingombrante e, secondo lei, inopportuna. –
– Potrei sapere di chi si tratta? –
– Di Rob. –
– Il Rob che conosco io?
– Già. Gli avevo affidato l’incarico di sorvegliare per un po’ di tempo Kate, ma lei se n’è accorta … –
– E non l’ha mandata giù. –
– Proprio così. –
– Non me ne avevi parlato. –
– Be’, ho dimenticato di dirtelo, forse perché non lo ritenevo così importante … –
– Tutto ciò è in riferimento al sogno che hai fatto notti addietro, immagino. –
– Sì. –
– E lei lo sa? –
– Sì, gliene ho parlato. –
– Non ha preso la cosa troppo sul serio. –
– Già. –
– Tu, sei ancora preoccupato? –
– Lo sono sempre, il lavoro che faccio non mi fa dormire la notte – dice con amara ironia il detective. – Al solo pensiero che le persone a me care possano correre dei rischi per colpa mia, mi fa stare male. –
– Ti capisco, so cosa si prova vivere con la paura dentro … –
– Mi dispiace. –
– Ma alla fine ci si convive, è l’unico modo per superarla. –
– Non è il massimo, ma sono d’accordo con te. –
– Non guastiamoci la serata. Se non ricordo male, volevi fare sfoggio delle tue infinite risorse … – dice sorniona, Norah.
– Vuoi mettermi alla prova? – replica Parker.
– Perché no, se nel frattempo nulla è cambiato. –
– Possiamo constatarlo insieme … –
– Non aspetto altro … –
Un appassionato bacio sancisce i loro più intimi desideri.
