Nessun giallista ha visto rappresentati sulle scene così tanti romanzi come è avvenuto per Dame Agatha Christie, basti pensare alla serie televisiva di Poirot, in cui l’investigatore era interpretato da David Suchet, o al celeberrimo Testimone d’accusa di Billy Wilder col grandissimo Charles Laughton. Hercule Poirot è stato interpretato, oltre che da Suchet anche da attori famosi come Albert Finney ( Assassinio sull’Orient Express), Peter Ustinov ( Assassinio sul Nilo, Delitto sotto il sole, Appuntamento con la morte) e infine da Kenneth Branagh.

Assassinio a Venezia è il più recente film dell’attore britannico, che interpreta il ruolo dell’investigatore creato dalla Christie.

Il libro da cui è tratto il film si intitolava originariamente Poirot e la strage degli innocenti, ma Mondadori lo ha ripubblicato col titolo dell’omonimo film e con la prefazione di Michael Green, lo sceneggiatore di Branagh che, con tipico humour inglese, si scusa per aver riadattato e cambiato nelle ambientazioni il romanzo originale. “ Lo confesso: ho commesso un delitto” scrive nella prefazione, e la vittima del suo delitto è il testo originale della Christie, da lui liberamente riadattato per la trasposizione sul grande schermo. Da puristi del genere giallo non possiamo che inchinarci alla genialità della mitica scrittrice inglese: Poirot e la strage degli innocenti è un romanzo che Dame Agatha ha scritto a 78 anni e già questo meriterebbe una standing ovation, ma è anche uno dei migliori del suo repertorio.

Poirot, ormai anziano, si trova a indagare sul delitto di una ragazzina di 13 anni durante una festa di Halloween, in un paesino quieto e sonnolento, abitato da una borghesia abbiente e perbenista, in cui tutte le persone che il detective belga interroga danno per scontato che il colpevole sia uno di fuori, di certo un tossico, o un barbone o un malato di mente.

Con provocatoria pignoleria, la nostra Agatha sciorina davanti al lettore l’ampio campionario di pregiudizi e ottusità delle persone cosiddette perbene, che mai potrebbero ammettere come il male stia proprio in mezzo a loro, e descrive con perfida ironia l’ipocrisia e il classismo degli onesti abitanti.

 Poirot e la strage degli innocenti è una perfetta lettura novembrina:, anche il lettore si troverà davanti al camino a osservare Poirot che mette in moto le sue celluline grigie per incalzare, sornione e implacabile, l’insospettabile colpevole, passeggiando in mezzo all’incantevole giardino di Woodleigh Common, ignaro dei colpi di scena che la diabolica Agatha ha disseminato lungo il romanzo.