Conosciamo oggi, attraverso  l’accurata narrazione di Lucio Zaniboni, un artista originale ed eclettico, Nino Giuffrida, siciliano di origine, trasferitosi a Parigi, dove diviene amico di molti artisti tra cui Pablo Picasso che lo ritrae. Purtroppo tuttora è ancora poco conosciuto ed apprezzato, per cui è veramente un piacere ospitarlo sulle pagine della nostra rivista.

PDF Scanner 19-10-23 3.42.33_page-0001Ho conosciuto Nino Giuffrida in uno dei miei numerosi viaggi e soggiorni a Parigi.

Al di là dei comuni luoghi dell’arte della “ville lumière”: il Louvre, il Museo di Picasso, l’Orangerie, il Palazzo Tokio, il Pompidou… ho sempre amato visitare le gallerie, piccole o grandi, i negozi degli antiquari, i marchè aux puces o i bouquinistes del Lungosenna, alla ricerca di qualche pezzo interessante, cosa facile un tempo, oggi resa quasi impossibile dallo smartphone che di ogni oggetto fa conoscere origine e valore.
La Galleria di Nino Giuffrida era situata in una delle vie più caratteristiche di Montmartre, rue Lepic, proprio di fronte allo storico Moulin de La Galette. Da lui sono entrato per acquistare un quadro che, esposto in vetrina, mi aveva particolarmente colpito. Acquisto fatto, abbiamo simpatizzato e siamo diventati amici.

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Ogni volta a Parigi riservavo una visita all’amico ed era un piacere per entrambi il ritrovarci.  Ho scritto parecchie volte della sua arte che si distingue per originalità in quei bambini (specialmente le bimbe che paiono bambole vive) dai grandi occhi spalancati alle meraviglie del mondo, con colori che derivano dai grandi orizzonti, dal mare e dai frutti dorati della sua Sicilia che ritornava nella memoria.

Ancora le tracce del cubismo nelle nature morte, il segno vigoroso e netto dei nudi, le geometrie e le ombre dei ritratti, i personaggi della Commedia dell’Arte a richiamare il vero e il falso della vita, la gioia della risata nella burla e nel giuoco.PDF Scanner 19-10-23 3.42.33_page-0003

I personaggi, al di là dei ritratti, sono fanciulli e l’innocenza si esprime in quei visi dai grandi occhi che ricordano, in altre forme ed altri spazi, i bimbi siciliani di cui aveva fatto parte.
Un successo meritato il suo, ricco di soddisfazioni, tra cui l’essere ritratto dall’amico Picasso, che si era dimostrato entusiasta della sua pittura.
Molti i suoi incontri con personaggi famosi del cinema, del teatro, dell’arte…
La sua rinomanza è andata al di là della Francia, con risonanza anche in america.

Ma, come si sa, molto spesso la nazionalità costituisce un ostacolo al raggiungimento di un riconoscimento pari al valore.
Giuffrida era italiano, non francese, e pur essendo ritenuto valido come artista, nomi francesi di non maggior valore sono stati preferiti. PDF Scanner 19-10-23 3.42.33_page-0002A Montmartre il suo nome è noto, ma non c’è una targa, un segno che lo ricordi, come realmente meriterebbe. A Nino devo le copertine di alcuni miei libri e i piccoli deliziosi, incisivi quadri che, nella sua gentilezza e generosità, mi inviava con dediche di amicizia. Non sono al corrente se a Catania, luogo d’origine c’è stata qualche iniziativa per ricordarlo. So che un gruppo di amici ha intestato un concorso a suo nome, ma occorerebbe qualche intervento istituzionale per intestargli una via, una targa, qualcosa che rendesse giustizia a un uomo che con la sua arte ha tenuto alto il nome della Sicilia e dell’Italia tutta.

Lucio Zaniboni

Antonino Giuffrida, Nino per gli amici, è nato a Catania nel 1924 ed è scomparso nel 2010. I genitori gestivano una tabaccheria. Aveva due fratelli di cui uno, Pino, era pittore; l’altro Nunzio, uno sportivo. A 17 anni frequenta il Liceo Artistico di Catania, in questo periodi dipinge paesaggi, marine, nature  morte.  Nel ’46 parte per il servizio militare che lo trova insofferente, perché desideroso di dedicarsi alla sua passione: la pittura. Nel ’48 fa il primo tentativo di arrivare in Francia, ma come clandestino viene respinto. Nel ’49 nuovo tentativo e arriva alla stazione di Lione e da qui a Parigi. Abita a Montmartre, ma ha enorme difficoltà per la lingua e per il clima rigido rispetto alla Sicilia e si trova a disagio finanziariamente, perciò si adatta a fare piccoli ritratti ai clienti dei ristoranti di Montmartre e di Saint-Germain-Des Prés. Superato il momento critico, si dedica alla rappresentazione di visi di fanciulli dai grandi occhi sognanti e la sua pittura inizia a avere successo. Espone à la Galerie Mirador del la Place Vendôme. Gli si aprono tante strade e iniziano esposizioni a Losanna, Chicago, Saint-Tropez, Cannes…Diviene amico di molti artisti e Picasso lo ritrae. Una vita piena di soddisfazioni, ma non essendo francese, senza quei risultati che la su arte gli avrebbe dovuto fare acquisire.

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