editorialeAccade spesso che nei momenti più bui e tormentati si riaffacci il ricordo. Il ricordo che abbraccia e che conforta, con il suo carico di momenti recuperati, attingendo alla bontà di una memoria che si fa presente e che avvolge in un’aura nostalgica un passato sfuggito nel tempo. In un preciso quadro storico e sociale quale è quello che stiamo vivendo, dobbiamo ammettere che c’è tanto bisogno di conforto, c’è bisogno di pace, di tenerezza e di ritrovare quell’umanità perduta tra le maglie di un distratto qualunquismo. E allora quale tenerezza migliore di quella di rituffarsi in un passato in cui la vita era più semplice, in cui il valore degli abbracci aveva un senso e in cui anche la gentilezza era sempre viva, anche nelle persone più umili e sconosciute? Oggi è tutto gridato, è tutto frenetico e all’insegna del mordi e fuggi ; anche i regali che si fanno per Natale sono concepiti per colmare dei vuoti, per enfatizzare uno status symbol, per contrassegnare delle ricorrenze. I regali, una volta, erano semplici doni ricchi di significato e non di apparenza. Da bambina, ricordo che aspettavo Babbo Natale e la Befana per avere in regalo dei quaderni più sfiziosi, un astuccio di colori più completo e qualche giocattolo che mi avrebbe accompagnato nei pomeriggi di vacanza, mentre la neve fuori era la gioia più grande. Un anno ricevetti un trenino, piccolo, che non camminava su rotaie, ma che facevo viaggiare sui binari della mia fantasia! Dove è oggi la fantasia dei bambini? Attaccati ai videogiochi, ai cellulari e ai pupazzetti venduti dalle multinazionali americane e asiatiche, nella smania di rincorrere scene sempre più cruente e violente, estraniati da quello che accade al di là della finestra della loro stanza, immersi in uno scenario virtuale che scarnifica la loro creatività. Mi chiedo se sia veramente questo che i bambini di oggi debbano trovare sotto il loro albero oppure se sia possibile riconoscere un’alternativa e ritornare a far fiorire la loro immaginazione e i loro sogni. Dinanzi alle notizie più drammatiche, mentre scorrono immagini terribili, spesso si intravedono bimbi che reggono in mano pupazzi di peluche stropicciati e anneriti, e li tengono stretti come a non volersene separare mai, perché quei fantocci rappresentano la sopravvivenza della fantasia, l’attaccamento alla vita, nonostante tutto attorno parli solo di morte. Sono bimbi che durante il Natale non saranno impazienti di scartare doni, ma di vedere tante luci, che non siano quelle delle bombe e degli spari, ma le tante lucine colorate che si rincorrono sull’albero di Natale e illuminano di pace le notti di dicembre! ( Maria Rosaria Teni)

Il Mistero di Natale

La Luce guardò in basso
e vide le Tenebre:
“Là voglio andare”
disse la Luce.
La Pace guardò in basso
e vide la Guerra:
“Là voglio andare”
disse la Pace.
L’Amore guardò in basso
e vide l’Odio:
“Là voglio andare”
disse l’Amore.
Così apparve la Luce
e risplendette.
Così apparve la Pace
e offrì riposo.
Così apparve l’Amore
e portò vita;
questo è il mistero del Natale.

Laurence Housman