Ugo Mauthe, involontario narciso
(Il Convivio, 2023) Prefazione di Daìta Martinez

fai scorta di ricordi
sperando di ricordare
di ricordarli – nodo
di sillabe che forse
non ricorderai come
sciogliere

Breve, lapidario. Ugo Mauthe sa come contenere il verbo in pochissimi versi. Dolore che deve essere snodato, avvolto, accarezzato.
Mauthe indaga sull’ontologia, sulla matrice del tempo, sul sogno. “Si è davvero vivi o si sta sognando?”.
Questo è quello che viene da chiedersi leggendo quest’opera. Ma al poeta – in generale- non interessa realmente del tempo, lui lo vive come dovesse cavalcare un’onda. Dentro il tempo si innamora, soffre, agita le mani — muore.

Un testo accurato che porta vivida la sua cifra stilistica; nessun segno di interpunzione e maiuscolo a capoverso. Un linguaggio ricco nella sua assenza, malgrado la brevità: troviamo per lo più distici, terzine e quartine. Mauthe fa della poesia il punto focale della sua esistenza: vive e scrive dentro lo stesso tempo infinito.
Nonostante il dubbio dell’Esserci, questa raccolta è una visione realistica della vita stessa; scarnifica dei concetti imprescindibili, mettendo in continuo dialogo le tre astrazioni che ci governano: Amore, Tempo, Morte.