Di Luciana Benotto

C’era una volta un re che abitava in un regno lontanto lontano, così cominciavano le fiabe di una volta, e credo che questa formula non sia ancora passata di moda, perché ci porta subito nel regno della fantasia, degli incantesimi e quindi del meraviglioso. Le fiabe, com’è noto, racchiudono contenuti morali il cui intento è generalmente quello di insegnare a discernere tra bene male, e anche avvertimenti che hanno lo scopo di tenere lontano dai pericoli i bambini. Ma, a onor del vero, esse non sono sempre state apprezzate solo dai più piccoli, ma altresì dagli adulti, perché sono un tipo di narrazione popolare, tramandata dalla tradizione orale, visto che si raccontavano la sera, di solito quando la famiglia si radunava davanti al camino, o nelle stalle, mentre le donne filavano o rammendavano. Certo le più famose sono quelle di autori come Christian Andersen, i fratelli Grimm, Charles Perrault e Jean de La Fontaine, ma ogni regione italiana ha quelle della sua tradizione, e proprie queste furono ricercate da Italo Calvino e pubblicate da Einaudi nel 1956 nel volume intitolato, per l’appunto, Fiabe italiane.

E oggi proprio di tre raccolte di fiabe voglio parlare, fiabe scritte da due insegnanti della scuola primaria: Floriana Garofalo e Alessandro Buscemi, ed anche da Maria De Carlo, presidente dell’associazione di pratiche filosofiche “Conduco un dialogo”.

Sono di genere moderno, in quanto ambientate ai tempi nostri, ed hanno per protagonisti bambini e ragazzini. Si tratta di tre differenti pubblicazioni, la prima, la più corposa, si intitola “Ti racconto un’emozione” e qui ogni autore ha narrato tre fiabe illustrate, e il 3 si sa, è da sempre ritenuto il numero perfetto, così come il suo multiplo. Il 3 è infatti considerato il numero che indica la porta per raggiungere consapevolezza e razionalità; tre lati hanno i triangoli, simbolo di perfetta armonia tra mente e corpo, e sono proprio questi gli obiettivi dei tre autori: condurre piacevolmente per mano i più giovani verso il pensiero critico.  

I titoli dei singoli racconti sono accattivanti: “La principessa ricciolina”, “La giostra magica”, “L’uovo del lago”…

Il secondo testo, “Storie sotto l’albero” raccoglie sempre tre fiabe, le quali hanno l’intento di far ben capire ai piccini e non, lo spirito del Natale, che non è quello commerciale dei nostri giorni, bensì quello di far comprendere quali sono i veri regali che ognuno di noi vorrebbe ricevere, e a sua volta dovrebbe donare, ovvero gioia e serenità.

Storie di primavera” conclude la trilogia dedicata alle emozioni vere e profonde, perché di queste due cose si ha bisogno oggidì: l’amicizia vera fatta di vicinanza non telematica e di pace, viste le sanguinose guerre in corso e così vicine a noi.

Quindici storie da non perdere, e qui un nuovo numero che, sarà un caso? rappresenta la creatività, quella capacità inventiva della ragione e della fantasia, che gli autori hanno voluto esprimere con i loro bei racconti che vi invito a leggere.

I libri sono stati pubblicati da Cornacchione Editore.

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