La comunità di Trino Vercellese ha preso una decisione significativa, influenzando profondamente il futuro del proprio territorio e di quello circostante: rinunciare alla candidatura per ospitare il deposito unico nazionale di rifiuti radioattivi. Tale scelta, accolta con favore da Confagricoltura Piemonte, segna un momento cruciale nella gestione del territorio piemontese, ponendo le basi per una riflessione più ampia sulle priorità ambientali e sulle modalità di sviluppo sostenibile della regione.

La decisione del Comune di Trino Vercellese di revocare la delibera del 12 gennaio, che proponeva la zona come potenziale sito per il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, è stata definita da Benedetto Coppo, presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella, come un atto di “buon senso”. Questa scelta viene interpretata non solo come un segnale di attenzione alla salvaguardia del patrimonio agricolo e ambientale, ma anche come un riconoscimento dell’importanza di proteggere le aree ad elevata vocazione produttiva, come quelle della provincia di Alessandria, ancora in attesa di una definizione.

La zona di Leri Cavour, proposta inizialmente per l’insediamento del deposito, rappresenta il cuore della risicoltura italiana ed europea, un’area dove la presenza di aziende agricole specializzate su produzioni di alta qualità è un valore aggiunto da preservare. La presenza di un impianto di stoccaggio delle scorie nucleari avrebbe inevitabilmente compromesso l’integrità di questo territorio, minacciando non solo l’ambiente naturale ma anche l’eredità culturale e produttiva che caratterizza questa parte del Piemonte.

Confagricoltura Piemonte ha sollevato preoccupazioni legittime sulle possibili conseguenze che la realizzazione di un deposito di rifiuti radioattivi avrebbe sulla salute, sull’ambiente e sul valore del territorio. Tali preoccupazioni si inseriscono in un contesto più ampio di valorizzazione delle risorse agricole e agroindustriali piemontesi, riconosciute per la loro eccellenza e per l’impegno verso pratiche di produzione sostenibili e rispettose dell’ambiente.

Il rifiuto di Trino Vercellese di procedere con la candidatura rappresenta un momento di riflessione importante per tutte le comunità e le istituzioni locali. Esso sottolinea la necessità di un dialogo costruttivo tra tutti gli attori coinvolti – agricoltori, cittadini, enti locali e regionali – per definire strategie di sviluppo che garantiscano la tutela del paesaggio, delle tradizioni e delle produzioni di qualità.

Mentre l’attenzione si sposta ora sulla provincia di Alessandria, rimane l’auspicio che la stessa sensibilità e prudenza dimostrate a Trino possano guidare le future decisioni. La protezione del territorio, la salute dei suoi abitanti e la continuità delle sue tradizioni produttive rappresentano beni inestimabili che richiedono un impegno collettivo per essere preservati. La storia di Trino Vercellese ci insegna che, anche di fronte alle sfide più complesse, è possibile scegliere percorsi di sviluppo responsabili e sostenibili, a beneficio delle generazioni presenti e future.