Lunedì 25 marzo, presso l’Aula Magna del CAAD a Novara, sono stati condivisi con la comunità scientifica i risultati del progetto SURVEIL (SvilUppo di una piattafoRma di Vigilanza gEnomica per IL contrasto della pandemia Covid-19), coordinato da Sandra D’Alfonso, professoressa ordinaria di Genetica Medica e responsabile Facility Genomica e Trascrittomica del CAAD e del Laboratorio di Genetica Medica, presso il Dipartimento di Scienze della Salute dell’UPO.

Il convegno, aperto dai saluti istituzionali del Rettore dell’Università del Piemonte Orientale professor Gian Carlo Avanzi e dell’Assessore regionale alla Ricerca, Innovazione e Ricerca applicata per emergenza Covid-19 Matteo Marnati, ha visto gli interventi di esperti sui temi della diagnostica, della ricerca e della prevenzione delle malattie infettive che ha portato ad una sintesi programmatica per orientare le scelte e gli sviluppi delle reti di sorveglianza regionali. Alle sessioni è seguita una tavola rotonda divulgativa, moderata da Laura De Donato, giornalista RAI e volto noto di TGR Leonardo, nella quale le opinioni dei professionisti che operano a vario titolo nella sorveglianza saranno portate all’attenzione dei decisori e dei cittadini.

La giornata di lavori è stata organizzata da Sandra D’Alfonso, dalla dott.ssa Elena Bozzetta (Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta) e da Andrea Rocchetti, direttore della Struttura Complessa di Microbiologia e Virologia presso l’AOU – Ospedale Maggiore della Carità di Novara.

«Esattamente quattro anni fa – ha dichiarato l’assessore regionale alla Ricerca Matteo Marnati –, il 9 marzo del 2020 iniziò il lockdown per la pandemia da Covid 19. Quello fu un anno difficilissimo: non avevamo strumenti, mancavano laboratori e strutture perché in quel settore non erano stati fatti investimenti. Così, nelle more della rimodulazione dei Fondi Europei per lo Sviluppo Sostenibile, ritagliammo dei fondi e decidemmo di investire sulla ricerca, aspetto cruciale e fondamentale, affidandoci dunque al mondo scientifico. E quella decisione è stata un grande successo e oggi ne vediamo i risultati. Il Piemonte è stato un modello: siamo partiti da niente e abbiamo creato una rete regionale. È stata una sfida ardua ma solo così si vince. Dobbiamo sostenere università e ricercatori, continueremo a finanziare questi percorsi perché abbiamo bisogno di soluzioni per affrontare le criticità».

Il progetto si è sviluppato nell’ultimo anno e mezzo e ha portato alla realizzazione di una piattaforma regionale di sorveglianza genomica per contrastare tempestivamente e flessibilmente situazioni d’emergenza di malattie infettive della portata della pandemia da SarsCov2, grazie alla creazione di una rete collaborativa che riunisce le competenze di ricerca e le infrastrutture e le strumentazioni ad alta tecnologia nel campo della genomica di gruppi di ricerca dell’Università del Piemonte Orientale, in sinergia con i laboratori esperti nella diagnostica di microrganismi presso l’ Istituto zooprofilattico, e le AOU di Novara e Alessandria insieme a due imprese piemontesi esperte nella realizzazione di prodotti innovativi per la diagnostica (Trustech) e di soluzioni informatiche (SmartSeq). La rete ha messo a sistema apparecchiature innovative con competenze diagnostiche e cliniche consolidate che ha portato alla standardizzazione e condivisioni di protocolli di laboratorio per una immediata applicazione diagnostica in campo genomico, e all’identificazione di nuove signature genomiche di potenziale impatto sulla prevenzione di infezioni e predizione di gravità di evoluzione clinica.