M. Delli Santi racconta…

Sono le 23:10 e sto rientrando da un servizio dialisi; il mio collega esce e mi dice di andare con loro: abbiamo un codice giallo respiratorio e mentre si va in sirena leggo bene il dispach: la persona è affetta da distrofia muscolare.
Si corre, la strada è lucida la temperatura è sottozero; arriviamo all’indirizzo segnalatoci e prendiamo l’attrezzatura: zaino, DAE, ossigeno e saliamo su per le scale sino al secondo piano. Ad attenderci c’è il marito che ci illustra la situazione e il quadro clinico della moglie; si discute sul da farsi, ci interfacciamo con la centrale operativa e decidiamo di trasferirla in pronto soccorso. Claudia respira con difficoltà mettiamo la maschera per l’ossigeno e le spieghiamo come avremmo proceduto; la signora parla con un tono quasi impercettibile; allora il mio collega l’avverte che se mentre scendiamo le avessimo procurato dolore, avrebbe dovuto farci un segno con gli occhi. La cosa che percepisco dal suo sguardo è la dolcezza: un essere gracile, quasi di cristallo. Prendendo nota sul tablet dei suoi dati e patologie varie correlate alla patologia principale, scopriamo dal marito che è da tantissimi anni che è afflitta da questo male e che lui le sta vicino e il suo comportamento è dolce e amorevole.
Lo so, che ciò che ho detto sul marito sembra scontato, ma non è così, molti in una situazione simile sarebbero fuggiti, ma lui no: le sta accanto in tutto. In quest’intervento l’attore principale è il marito che le sta accanto da innumerevoli anni in tutto e per tutto senza se e senza ma e, come in altre situazioni, ringrazio di aver vissuto quest’esperienza di vita e soprattutto aver visto il rapporto che c’è tra queste due persone.
Un grosso augurio e un bacio a Claudia.