(Arezzo)

La nostra costituzione dà una grande importanza al lavoro e già l’art 4 recita:

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società

Tuttavia è proprio il lavoro,nonostante universalmente riconosciuto come indispensabile per il progresso e al dignità personale, è uno dei motivi di conflitto tra le parti sociali e politiche e motivo di discriminazione.

Ultimamente, inoltre , gli incidenti sul lavoro ,molti dei quali mortali, hanno riportato galla problemi non risolti come le misure di sicurezza, il lavoro in sub-appalto, il lavoro nero,

gli orari illegali, o le condizioni inumane e degradanti

A volte sono proprio i più fragili e bisognosi ad essere vittime di un sistema lavorativo che dovrebbe essere da tempo superato, senza ricordare la discrepanza nord-sud o la disparità di genere e di razza.

Tutto questo a sua volta si ripercuote sullo svantaggio educativo e sociale di certe fasce non sempre tutelate dalla contrattazione nazionale e dagli ammortizzatori sociali  

Sebbene la normativa italiana sia certamente adeguata e rigorosa, molto spesso si registrano illeciti nel limitare i diritti del lavoro e dei lavoratori, tentativi di ostacolare lo sciopero, di favorire le delocalizzazioni a scapito della tutela dei diritti e della sicurezza in ambito lavorativo.

Il 1 maggio è una ricorrenza che.al di là delle celebrazioni folcloristiche e dei concerti pubblici, ci deve ricordare di monitorare l’impegno delle istituzioni affinchè sia nel pubblico che nel privato non venga a mancare il rispetto per l’individuo, lo sviluppo delle sue potenzialità e la tutela della sua sicurezza e di una giusta retribuzione.