Un ricordo di Giusto Calvi, giornalista e poeta sconosciuto a tanti ed in parte dimenticato, di Silvano Cappelletti

Mi è stato chiesto di essere il referente territoriale per il nuovo progetto del portale giornalistico in rete “La voce agli italiani”, editoriale che si occupa delle seguenti tematiche: cronaca, attualità, tradizioni, storia locale, cultura e articoli in generale o di denuncia. Pur consapevole di tutti i miei limiti in materia, ho deciso di accettare la sfida e di mettermi alla prova con questa nuova esperienza. Per quanti tra i miei contatti ed amici avranno il piacere di leggerlo, questo che segue è il mio primo articolo. Ho deciso di rendere merito, anche se pur con una breve sintesi, al poeta e letterato Giusto Calvi. L’articolo sarà in rete nel periodo natalizio.

Un ricordo di Giusto Calvi, giornalista e poeta sconosciuto a tanti ed in parte dimenticato

di Silvano Cappelletti

Giusto Calvi nasce a Bassignana, piccolo comune della provincia di Alessandria il 20 maggio del 1865 da una famiglia di agricoltori benestanti. Oltre che autore di volumi di poesie “Ore d’ozio” e “I senza patria”, pubblicati rispettivamente ne 1892 e nel 18999 dalla tipografia “Giovanni Farina”, è fondatore e/o cooperatore di diversi giornali sia in Italia che all’estero. Calvi è stato definito tra i letterati più di rilievo vissuti tra l’ottocento e il novecento.

Sin dall’adolescenza si rivela sensibile ai problemi sociali e alla differenza di condizione tra i poveri e i ricchi, temi per i quali si occuperà e lotterà fino alla fine dei suoi giorni. Per questo motivo si iscrive prima al partito repubblicano, per poi passare all’internazionale socialista.

Frequenta l’università a Roma, laureandosi in lettere, filosofia e storia. Nel 1887 rientrato nella sua provincia assume l’insegnamento presso il Ginnasio di Valenza, citta dove trascorrerà diversi anni della sua breve esistenza.

Nel 1889 fonda sempre a Valenza con l’amico avvocato Alfredo Compiano il giornale locale “Avanti” di ispirazione socialista, dove attacca con foga le classi borghesi della città, ma i suoi articoli non sono graditi, per cui gli viene vietata la pubblicazione del giornale e tolta la cattedra d’insegnamento.

Nel 1894 si trasferisce negli Stati Uniti, vi resterà fino al 1898; in questi anni dirige diversi giornali, da “Il Vesuvio” a Filadelfia, al “Colombo” a New York, e il “Sentinella” a Richmond. Nel frattempo sposa Anna Springer dalla quale ha una figlia che chiama “Libertà”.

Rientrato in Italia per un breve periodo a Milano sarà ospite delle patrie galere per motivi politici.

In seguito sempre a Milano, diventa redattore della “Vita internazionale”, organo che si occupa di pace e giustizia.

Dopo questa parentesi milanese rientra a Valenza dove fonda il giornale “La scure”, organo dell’associazione proletaria valenzana.

Nel 1904 viene eletto deputato per il partito socialista italiano, carica che ricoprirà fino al 1906, quando viene colpito da una grave infezione alla gola, continuerà comunque a dirigere il giornale fino alla sua morte il 17 giugno 1908.

Nel 1909 esce postumo il volume “Versi” edito dalla casa editrice “Renzo Streglio”.

Sulla lapide commemorativa affissa nella sua casa di Valenza, è scritto: “In questa casa con fede antica Giusto Calvi Poeta Cittadino Tribuno bandì primo in Valenza la nuova religione della giustizia sociale”.

Concludo con una breve poesia tratta dalla sua raccolta poetica:

Muore l’anno

De la scarne nocche batte san Silvestro

sovra i bronzi cristiani l’ultime ore,

ne la bruma, e par lamento,

passa il suono e l’anno muore.

Ne la fiamma dei tuoi baci, sperdi, io Lilia,

sperdi questo triste suon di funerale,

e la morte a noi dell’anno

rida come uno sponsale.

A la vita ed a la morte! Scorran Lilia,

or degli avi le vendemmie ne’ bicchieri:

lieve ai morti sia la terra

lieve ai vivi i lor pensieri!