LA NOVELLA DEL CANE E DEL GATTO, Roberto Busembai

Fabulae e Fiabe

LA NOVELLA DEL CANE E DEL GATTO

In tempi molto lontani, in quei tempi che esisteva il paradiso terrestre, tutti gli animali erano tra loro amici, anzi proprio fratelli, buoni e felici fratelli. Bastava entrare in un bosco e avremmo potuto vedere un lupo andare a spasso e fare capriole insieme a un agnello e magari ridere e rincorrersi come matti. Oppure se si aveva l’audacia di salire sopra un tetto, avremmo visto la civetta giocare a mosca cieca con i passerotti oppure se fossimo stati tra i campi e nelle aie, non ci saremmo persi il gioco a cuccarella tra il gatto e il topo, o le gare di corsa tra il cane e la lepre e addirittura volpi che giocavano a “nascondino” con i polli. Tutta questa allegria e felicità era dipesa dall’erba che tutti in quel tempo si nutrivano. Pensate che pure i leoni e le tigri, ma addirittura le iene si cibavano di lattuga, spinaci e cavolo, ed erano tutte verdure che nascevano nel paradiso, spontaneamente, senza il bisogno che un ortolano le coltivasse, un poco come adesso da noi la gramigna. Perciò cibandosi tutti di questo alimento leggero e rinfrescante tutti gli animali erano meno rabbiosi e meno prepotenti, di verdure fresche ce n’erano in quantità più che abbondante per tutti, da non doversi litigare e cavarsi il cibo l’un l’altro per non morire di fame.

Ma quando furono costretti ad abbandonare, per eventi dovuti ad Adamo ed Eva, a tutta questa cuccagna e quando l’abbondanza della lattuga, degli spinaci e dei cavoli venne immediatamente a mancare le cose ahimè, cambiarono e in peggio.

Ognuno fu obbligato a ingegnarsi come meglio poteva e la pace non si fece più vedere, ed eccetto pochi esemplari, da allora gli animali cominciarono a mangiarsi l’uno con l’altro.

Una mattina il cane e il gatto uscirono, come solito, insieme per trovare qualche cosa da mangiare e improvvisamente e per caso trovarono un topo. Il gatto, con la sua proverbiale agilità, gli si avventò sopra e lo prese, ma il cane subito si avventò sul gatto per levarglielo di bocca; il gatto gli si rivoltò di contro, non voleva certo cedere quel bocconcino, e nel loro azzuffarsi il topo riuscì a fuggire e ripararsi in un buco. Ne nacque una furiosa battaglia, graffi, morsi, acciuffamenti vari e insomma ne uscirono tutti e due indolenziti e spelacchiati perdendo sangue da tutte le parti.

Fu una battaglia che non ebbe mai più pace, e tutte le volte che avevano a incontrarsi, si ricominciava da capo tra graffi e morsi e questo fino ai giorni nostri e ancora chissà per quanto.

Bambini Dio voglia che tra di voi non accada mai, magari per un semplice pacchetto di caramelle o per un pezzettino di cioccolata, quello che accadde tra cane e gatto!

Mia libera interpretazione di una novella di Neri Tanfucio ovvero RENATO FUCINI

Roberto Busembai (errebi)

Immagine web