Il neurologo Rosario Sorrentino lo chiama Mister Covid, o Covid Sapiens, “perché il virus sembra essere più pensante di noi e avere una strategia”.
Da quando è entrato nelle nostre vite ha insegnato a tutti cosa vuol dire paura. “Paura della morte, della solitudine mentale, di impazzire, di essere declassati e perdere la propria posizione sociale”. Ma la paura “ha due componenti. C’è quella istintiva, impulsiva, emotiva che è la compagna di viaggio peggiore perché genera il cosiddetto ‘effetto freezing’, paralizza e fa assumere i comportamenti più irragionevoli e dannosi.
E poi c’è la paura cosciente e razionale, che può aiutare a riflettere e farci capire cosa è giusto o non è giusto fare. Cambiare paradigma può trasformare la paura in risorsa e Covid in un’opportunità per il futuro”, spiega lo scrittore e divulgatore scientifico.

Quello che sta emergendo a mio avviso – analizza – è che si ha la percezione di vivere il presente pensando al futuro non come una possibilità, piuttosto come una minaccia. Sono improvvisamente saltati tutti i nostri obiettivi, la nostra agenda, e c’è un’incapacità da parte del nostro cervello a stabilire e tracciare piani di vita alternativi. E’ come se Covid avesse smascherato le nostre fragilità e fatto emergere i nostri limiti, compresa una ridotta capacità di fantasia nell’immaginare la prospettiva futura. Mister Covid ci ha imposto di cambiare mentalità e molti stentano a ripensarsi in modo diverso rispetto a come eravamo prima. Abbiamo difficoltà a tracciare traiettorie di quel che potremmo essere dopo”. Eppure, conclude Sorrentino, “c’è un altro punto di vista che spesso si fatica a cogliere: quello dell’opportunità”.

‘Si investa in un piano culturale che formi persone, liberarsi da timori scomposti rende liberi’

Covid “ci ha aiutato anche a smaltire la moltitudine di falsi bisogni e ci sta offrendo un’opportunità per riconfigurare ogni aspetto della nostra vita che adesso potrebbe scorrere su binari diversi. La paura in questo contesto può essere una risorsa. Se la usiamo in maniera razionale, in un momento di precarietà che morde la vita, ci può dare lucidità, responsabilità, coscienza collettiva e autodisciplina.
Tutti aspetti che sono altrettanto importanti, insieme alle mascherine e al distanziamento”, avverte Sorrentino.

Quello del neurologo è anche un monito: “Dovremmo iniziare a investire risorse in un piano culturale che permetta di cambiare il paradigma della paura.
Anche perché una paura scomposta può” finire nel mirino di interessi altrui ed essere usata contro di noi. “E’ stata usata da una certa politica per aumentare il consenso, come da alcune religioni estreme, ma anche da mass media per aumentare la loro visibilità, o ancora da corporation per trarne vantaggi economici, speculando sulla mancanza di controllo delle emozioni da parte delle persone. Controllare la nostra paura, liberarci della parte irrazionale, allora ci rende più liberi.