Le donne di marzo hanno il vento della passione

nei capelli e gli occhi volti all’orizzonte a cercare

un’ala di rondine anche se sulle spalle indossano

il manto dell’inverno nelle brume dei pensieri.

                      Hanno nei passi la pesantezza dell’effimero:

piangono per la primula gelata mentre sboccia

nel cuore il sapore amaro del mandorlo in fiore.

                          Le  donne di marzo portano grandi cesti

di gesti d’amore che generose donano alla

carezza dell’aria: fragilmente ostinate vogliono

tramonti rosati e cieli senz’ombra e senza lacrime.

                     Sono sirene di terra che vivono nella costante

inquietudine di non poter camminare sopra distese

di sogni e  nuotare nel mare delle certezze.

                   Sono aquiloni colorati che si librano in aria ma

hanno bisogno della mano che le trattiene per

non perdersi in uno spazio troppo vasto 

e restare sospese nel cielo delle loro

eterne contraddizioni. Si aggrappano tenaci

 al vento dei desideri e delle emozioni

e  si  disperano di non essere perfette:

                           non sanno che è la loro imperfezione

che le rende uniche e libere dalla prigionìa

della definizione e dell’ovvietà.

dal libro “Sfogliando il tempo”edizioni Helicon 2021