Il futuro è nelle case della comunità – Intervista a Renato Balduzzi

La nuova versione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, attualmente al vaglio delle Camere, ha confermato al suo interno, con alcune rilevanti modifiche, il progetto riguardante le “Case della comunità”, strutture distribuite sui territori che intendono rappresentare una porta d’ingresso comune al sistema sanitario e sociale e offrire una prima risposta ai bisogni di salute e di assistenza della popolazione.

Come precisa Renato Balduzzi nell’intervista pubblicata oggi su Avvenire, non si tratta di una figura nuova, poiché essa ricalca per molti versi il modello delle cosiddette “Case della salute”, la cui esperienza pratica è molto variabile da territorio a territorio, ma risulta comunque diffusa in diverse Regioni.

Di fronte ai limiti di questa esperienza, tuttavia, quel che occorre e che il PNRR può innescare è un salto di qualità sia quantitativo, grazie all’occasione unica offerta dalle risorse messe a disposizione del progetto, sia soprattutto qualitativo, con il superamento di una visione al ribasso di queste strutture territoriali, che consenta di trasformarle da pur utili poliambulatori a veri e propri centri di riferimento della popolazione che si rivolge ai servizi sanitari e sociali.

Per questo obiettivo, vanno prese sul serio le sfide della integrazione sociosanitaria e della continuità assistenziale. E lasciate da parte – sottolinea Balduzzi in chiusura – le rivendicazioni corporative che, di tempo in tempo, hanno ostacolato la realizzazione di questi obiettivi. Il coinvolgimento pieno e sistematico del Terzo settore, ad iniziare dalle realtà che hanno già messo in pratica l’idea delle Case della comunità, potrebbe essere un fattore chiave.

Alleghiamo il testo dell’intervista.

Ufficio stampa del prof. Renato Balduzzi