
Tra i tetti delle case, di Giuseppe Buro
Tra i tetti delle case, sulle tegole
consunte ho tracciato linee e rette,
ho trascritto alcuni versi, speranzoso
che un bel giorno tutto sarebbe andato
per il verso giusto.
Ho tradotto qualche verso di latino,
un carme di Catullo, un bel trastullo
avveniva allo scoperto, nelle bettole
di un tempo, nelle strade di quartiere
ora non si vede più nessuno.
Certe cose hanno suoni assai diversi,
rassomigliano al mantello di una sposa,
al dolce canto di una fresca primavera.
Mentre scrivo e ti verseggio, tu mi poni
una domanda, questo cuore che mi batte
nella via principale che conduce assai
lontano, forse è un accorato appello che
fai a questo uomo.
Mi dicevi sai ricordo, che la stella tua
più bella si chiamava rosa tea e luceva
di mattina quando il sole era lontano.
Ora che lontano siamo noi, tu neanche
apri la bocca per chiamarmi mio tesoro.