Audiopoesia – lettura di Rita Stanzione


Wisława Szymborska (2 luglio 1923, Kórnik -1 febbraio 2012, Cracovia) è stata una poetessa e saggista polacca. Premiata con il Nobel per la letteratura nel 1996 e con numerosi altri riconoscimenti, è considerata una delle più valenti voci della poesia polacca degli ultimi decenni.

Quando vince il Nobel con la seguente motivazione: [la sua poesia] con precisione ironica, permette al contesto storico e biologico di manifestarsi in frammenti di umana realtà, in Italia è quasi sconosciuta. In breve tempo, però, i suoi versi raggiungono grande popolarità, per lo stile semplice e tagliente, il linguaggio colloquiale e originale, la stupefacente bravura nel trasporre in versi le piccole cose quotidiane, tale da rendere l’ordinario insolito, in una visione mai patetica, semmai ironica e leggera.

Sulla poetica della Szymborska, da un’intervista rilasciata a Javier Rodrìguez Marcos e pubblicata nel dicembre 2009:

“Ogni buona poesia si trasforma sempre in qualcosa di astratto. Però ha sempre a che fare con la realtà, con la vita del poeta o degli altri. Le cose belle hanno ugualmente qualcosa di metafisico. […] Il fatto è che tutto finisce per essere metafisico. Ma più che per le grandi questioni, la poesia si salva grazie ai piccoli dettagli. Ci sono vecchie poesie che sono sopravvissute solo grazie ad un misero dettaglio. Però ho paura di generalizzare, a proposito di dettagli. […] Da bambina ho avuto sempre la tendenza a mettere sottosopra le storie per scoprirne la parte comica. Ci sono però cose che non mi suscitano interesse, né me lo hanno mai suscitato, né me lo susciteranno: l’odio, la violenza, la stupidità aggressiva.”