Presentati
Ciao Emanuela e grazie per questo spazio! Sono Barbara Bolzan e, dopo anni spesi a cercare il posto giusto per me, ora abito in un contesto delizioso (campi, animali, molta pace e molta tranquillità) insieme alla mia famiglia e a tanti animali.
Qui, gioco e vivo di parole. Collaboro come editor e ghostwriter, scrivo, tengo corsi di scrittura creativa nei licei e laboratori grafici di avvio all’illustrazione nelle scuole dell’infanzia.
È meraviglioso vedere ciò che un bambino o un adolescente riesce a esprimere attraverso l’arte e la scrittura!
Mentre brucio la cena (ehm, pardon: mentre cucino), la sera, oppure sul tardi, dopo aver messo a letto mia figlia, mi dedico a quelli che chiamo “i disegnini”: mandala e zentangle che vanno dal formato “bigliettino” ai quadri 100×60. Invento e decoro con varie tecniche biglietti di auguri o partecipazioni (ho da poco scoperto l’Handlettering e me ne sono innamorata!) e, quando arriva qualche commissione, creo bomboniere per battesimi, comunioni, cresime e matrimoni.

 Come e quando ti sei avvicinata alla scrittura e perché scrivi.
Mi sono avvicinata alla scrittura al liceo, quando ho cominciato a scrivere poesie, i primi racconti e la bozza di quello che sarebbe diventato, negli anni, un volume vero e proprio.
Scrivere è stata, immagino, una conseguenza naturale della passione per la lettura. Soprattutto a quell’età, ero davvero una lettrice onnivora… con un debole per i “tomoni pesanti” 😉

Di quale genere fanno parte i tuoi romanzi? Ti è venuto spontaneo iniziare con quel genere? 
Eh, questa è una domanda difficile. Ho spaziato molto, perché non mi piace stare ferma o lasciarmi incasellare. La serie di Rya (pubblicata da Delrai Edizioni) potrebbe essere definita una distopia, dal momento che si svolge in un passato simile al nostro medioevo, ma anche una storia di formazione e di crescita che tocca temi molto attuali.

No, il primo volume era di genere completamente diverso: edito da Butterfly Edizioni, L’Età più bella era una storia vera che si incentrava sul disagio adolescenziale acuito dall’insorgere di una patologia che, ancora oggi, è causa di ostracizzazione per le persone che ne sono affette: l’epilessia.
Dopo lo strano ritrovamento di due dipinti di Munch sottratti nel 2004 dal Museo di Oslo, ho cominciato a interessarmi ai furti d’arte e al mondo del mercato nero, dando vita a quello che è poi diventato il giallo Il furto dei Munch (La Corte Editore).
Insomma… adoro immergermi nelle ricerche, sperimentare generi e stili sempre nuovi, così da creare ogni volta qualcosa che abbia un senso, uno scopo, un odore, un sapore; un libro che non siano solo “parole scritte e tenute insieme da una buona base grammaticale” (ahah, la citazione non è mia), quanto emozioni, artigli, denti e sentimenti da far germogliare nell’anima del lettore.

Dove prendi l’ispirazione?
Non credo nell’ispirazione… L’Idea può anche arrivare – di botto, come fanno di solito le idee, che sono sempre maleducate e fanno capolino quando meno te le aspetti -, ma se vedo che non è sostenuta da quella che potrà poi assumere forma di struttura, la abbandono senza remore.

Hai qualche buffa abitudine mentre scrivi? Qualcosa che ti caratterizzi e che fai abitualmente durante la stesura?
Scrivo su taccuini e quaderni A5, sempre rigorosamente a matita; poi, ribatto al computer e, quando il testo è finito, comincia l’infinita fase delle riletture, che il più delle volte coincide con quella delle riscritture. E poi da capo, e poi da capo, e poi da capo… finché l’editore non mi toglie il testo 😀

Quando inizi un libro hai già la storia delineata in mente? Preferisci una bibbia? Scrivi di getto?
L’idea iniziale porta già con sé vari scenari, una sorta di possibilità, strade da prendere e scelte da operare. In mente, di solito, ho la storia a grandi linee, e la guardo dipanarsi pagina dopo pagina. Credo che la scrittura “di getto” vada bene solo come prima fase, quando insegui il fiume di parole che hai in mente e devi metterle assolutamente su carta prima che sfugga.

Con i tuoi libri tendi a voler lanciare al lettore anche qualche messaggio particolare? Ti chiedo perché ogni autore lascia un po’ della sua anima nei suoi scritti, ma non sempre è esplicito.
Credo sia compito di ogni artista, anche di noi esordienti, comunicare e lanciare un messaggio. Questo, naturalmente, dipende dal tipo di testo che andiamo ad affrontare.
Nella serie di Rya tocco temi come la dipendenza emotiva, l’alcolismo, la prostituzione e, soprattutto, la violenza domestica, tanto che uno dei volumi (Deception, il terzo della serie) è dedicato “Al dolore e alle Principesse Spezzate”: a tutte le silenziose vittime di abusi che ogni giorno lottano per la propria sopravvivenza e per la propria dignità.
Quello che mi auguro, anche se le mie storie non abbracciano sempre il lieto fine canonico, è che le lettrici e i lettori vi possano leggere un messaggio di speranza. Perché senza speranza, e senza coraggio, non può esistere vita.

Trovi che la scrittura ti abbia cambiato?
Credo che, più che cambiarmi, mi abbia liberato e salvato, in un paio di occasioni.

Spiegami la sensazione che hai provato quando hai pubblicato il tuo primo libro e spendi qualche parola su di esso.
Il primo libro… Era un momento molto particolare della mia vita, ero in sessione d’esame all’università e stavo per sposarmi. È stato presentato nel corso di un Convegno Internazionale di Neurologia presso l’Università Statale di Milano, e per tre giorni ho fatto la spola tra le ultime prove dell’abito e le conferenze di epilettologia. Ho avuto la possibilità di conoscere di persona i Professori che si erano offerti di sostenermi a distanza durante la stesura del volume (che, inizialmente, si intitolava Sulle Scale, ma che poi, anni dopo, è diventato L’età più bella) e di scrivere la prefazione (tra questi, Ezio Raimondi, un filologo dell’Accademia dei Lincei).
Ero frastornata. Credo sia il termine corretto. Frastornata e felice per aver potuto dare il mio contributo scrivendo un testo narrativo che si rivolgesse ai pazienti affetti da epilessia e alle loro famiglie, che li facesse sentire meno soli.

 Cosa consiglieresti a chi si avvicina alla scrittura?
Non sarà una passeggiata. Più volte vorrai mollare. Sentirai l’esigenza di farlo: o perché crederai di non essere capito, o perché non ti reputerai abbastanza bravo.
Ci siamo passati tutti. Ci passiamo tutti, ogni giorno.
Se scrivere è il tuo obiettivo, però, tienitelo stretto. Non allentare la presa neppure per un secondo.
E leggi. Leggi di tutto. Appena hai un momento libero, appena ne hai la possibilità. Leggi!

Cosa invece consiglieresti ai lettori? Io, ad esempio, di leggere anche i ringraziamenti…sono ricchi di soddisfazione…
Concordo con te, è la prima cosa che mi è venuta in mente! Sai, adoro leggere i ringraziamenti finali di un libro. Lì l’autore si mette a nudo, sveste i panni del personaggio e parla direttamente con il lettore e con coloro che gli sono stati accanto a vario titolo.
Trovo siano densi di emozione. E di verità.

Quali sono le tue opere? Spendi una breve frase per ogni titolo, se vuoi puoi inserire anche il link di acquisto.

Attualmente, i libri in commercio sono Il furto dei Munch (La Corte Editore) e la serie di Rya (Delrai Edizioni, composta da quattro volumi: Fracture, Sacrifice, Deception, Awaken). Entrambe le opere sono disponibili in ebook negli store on line, in tutte le librerie e, da qualche mese, anche in audiolibro su Storytel.
Sono legatissima soprattutto alla serie: Rya mi ha dato la possibilità di mistificare la realtà e nasconderla, piegarla, asservirla alla narrativa. Il suo non è un personaggio facile: non attira molte simpatie, all’inizio, perché viene da una situazione famigliare che ha compromesso i suoi valori e il suo modo di pensare o di intendere la vita. È una ragazza sola che lotta in un mondo dove solo il maschio ha ragione, potere o dignità.
E tenta in ogni modo di riscattare sé stessa.
Frattura. Sacrificio. Inganno. Riscatto (o “rivelazione”): questa, la traduzione dei titoli in italiano. E credo riassumano alla perfezione ciò che i lettori troveranno all’interno dei volumi.
Rya è… una di noi. Abbiamo tutte commesso qualcosa di sbagliato, ne abbiamo pagato le conseguenze, siamo state annichilite o siamo cadute nel fango. Quello che serve, sempre, è il coraggio di rialzarsi. A testa alta. Anche con le mani sporche o il sorriso storpiato. E amare. Serve amare.
Perché, pur non essendo la storia di Rya una storia d’amore… dove saremmo noi tutti senza l’amore? Chi saremmo? Poco. Niente. E, questa volta, per davvero.

Link:
RyaSeries: Rya (4 libri) Edizione Kindle (amazon.it)
Il furto dei Munch: Il furto dei Munch eBook : Barbara, Bolzan: Amazon.it: Kindle Store
Su Storytel: Autrice/Autore – Barbara Bolzan – Storytel

 Hai qualche progetto futuro che potrei seguire e che vorresti annunciare a chi legge? (e ovviamente a me che ti seguirò)

Ho un nuovo romanzo finito e pronto nel famoso “cassetto”. Era arrivato finalista alla scorsa edizione di Io Scrittore (il Torneo Letterario organizzato dal gruppo GeMS), ma sto ancora cercando le forze per separarmi da lui.
Per quanto riguarda la storia di Rya, so che ci sono rumors circa l’esistenza di un quinto volume. Diciamo solo che Rya manca a voi almeno quanto manca a me.
Nel frattempo, mi sto occupando della cura editoriale di una serie di volumi molto carini e a mio parere geniali, Il Nevrotico, dell’autrice Antonella Lembo: una raccolta di aforismi, pensieri, massime e battute che, stemperate dalle mie buffe illustrazioni, guidano il lettore (e l’autrice… e l’illustratrice… 😉 verso la presa di coscienza di sé. Della serie: siamo nevrotici, conduciamo vite assurde dividendoci tra studio-lavoro-casa-famiglia-bambini-cani-problemi-tasse-bollette-varie-ed-eventuiali-in-aggiunta… bene, vediamo come risolvere la cosa o, quantomeno, renderla lieve!
Un progetto molto divertente, e per il quale ringrazio Antonella.
Di tutt’altro genere è invece l’altro progetto, relativo al bullismo: sto ultimando la stesura di un libro inchiesta, una storia vera basata sull’esperienza di una ragazza che ha voluto confidare e denunciare ciò che ha vissuto e che l’ha segnata nel profondo. Per il momento non posso dirti di più ma, appena mi sarà possibile, ti terrò aggiornata!

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Attendo che tu risponda alle domande, ovviamente libera di esprimerti
In ultimo, cara Emanuela, volevo ringraziarti ancora una volta per questo spazio e per aver dato voce agli scrittori esordienti.
Grazie di cuore. A te e ai tuoi lettori auguro Buone Letture, Sempre e Per Sempre!

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