In fondo la direttrice della scuola non ha tutti i torti, è importante che si calmino le acque, e cosa ci sarebbe di meglio se non di staccare la spina? C’è da capire in che modo trascorrere queste inaspettate vacanze. Alessia non ha l’umore giusto per scegliere e decidere quale sia la meta ideale, ciò richiede un minimo di organizzazione e lei in questo momento ha la mente confusa. È anche vero che la vacanza servirebbe proprio a questo, sciogliere certi nodi, cercare di disperdere quella cappa opprimente che prima o poi finirebbe per sfiancarla e renderla vulnerabile ai feroci attacchi. La cosa positiva, c’è sempre un lato positivo, è che le accuse al momento non sono di dominio pubblico e quindi può starsene relativamente tranquilla e camminare a testa alta senza la paura di essere lapidata ancor prima che venga riconosciuta la sua colpevolezza. Decide di prendersi le ferie arretrate con l’idea di sfruttarle nel migliore dei modi, primo tra tutti “rassettare” la sua vita e rimettersi in carreggiata con uno spirito nuovo e, soprattutto, mettersi in pace con se stessa. Forse, può sembrare strano, il richiamo informale della dirigente scolastica è caduta a fagiolo, in un momento in cui era necessario un cambiamento di rotta. Alessia i primi tre giorni li trascorre in città, tra schopping, ristoranti, visite ai musei e rappresentazioni teatrali, poi pensa bene di cambiare aria, di farsi una bella vacanza. Questo non significa che debba allontanarsi troppo, andare in capo al mondo, è sufficiente vedere posti e persone nuove. Niente aereo. Con un bagaglio con lo stretto necessario che deposita all’interno del cofano della berlina, inizia il suo viaggio “on the road”. Un desiderio che ha sempre avuto, spostarsi continuamente come una nomade, avventurarsi come un animale allo stato brado. La donna conosce bene la sua natura di anima libera, ribelle.