Cultura Oltre

«Il dono della poesia è il più bello, il più divino che sia concesso all’uomo. E certo serve a lenire le emozioni, quando la loro forza si fa pericolosa. Perciò, credo, non si dovrebbero mai scrivere versi solo per esibire acume o dottrina. A chi può importare di quel tipo di poesia? Chi se ne cura delle frasi dette, delle parole ben scelte? Non vale di più il sentimento genuino, forse espresso con semplicità, financo rozzamente?» leggendo “Shirley” di Charlotte Brontë. Un libro che mi ha catturato, mi ha fatto entrare in un mondo impalpabile in cui è l’anima dei protagonisti a materializzarsi nelle frasi e nei capitoli che scorrono con elegante fluidità. È straordinaria la scrittura al femminile in quest’epoca contraddittoria quale è quella rappresentata dal periodo vittoriano, in cui sono emerse notevoli scrittrici che hanno avuto l’ardire di rappresentare la realtà a loro contemporanea nonostante la palese…

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