Una lirica di evanescente bellezza e rarefatta eleganza dove le sinestesie e le metafore danzano al ritmo di versi di classica purezza. Non solo un vagheggiare nostalgico di bellezze d’antico sapore, ma un fresco richiamo ad una natura avvolta in fraganze di sogni dove la libertà è rinascere ogni giorno nella promessa di una primavera eterna fra i ” prati del domani”. La poesia offre un sorso di speranza e richiama atmosfere di rara naturalezza. [Maria Rosaria Teni]
Il tepore di una sera di fiori di campo
chiedo al giorno,
per saziare la mia fame d’invitto
mendìco di bellezza.
Garrulo di stellato silenzio,
presso il rivo canoro d’un usignolo,
attendo un obolo di luce
per stillare profumo
dal fiore del vento.
Oh bagnarmi in quell’acqua
di stelle lontanissime,
che d’azzurre promesse rilucono
nel cupo zaffiro!
Cantami ancora, o Cielo,
la melodia del mio piede leggero
sul fresco muschio.
Fervido di fragranze
lisce come la pelle
di una ninfa addormentata
in un sogno di ninfee!
Dileguare e perdersi
nel vuoto che ricolma
l’anfora della notte!
Si liberi il vento sulle colline!
Che a perdifiato corra
sui prati del domani!
Libertà
d’essere oltre il recinto
è verdeggiare a ogni
alba!
Antonio Teni