“Dopo l’irresponsabile decisione di fare cadere un Governo nel periodo più difficile della storia del nostro Paese, stiamo assistendo ad uno spettacolo di basso livello offerto da un mondo politico in preda ad una crisi di nervi da un lato e legato a vecchi retaggi dall’altro”, così Claudio Desirò, membro del DirettivoNazionale di BuonaDestra Segretario Regionale del Piemonte, commentando gli ultimi giorni che sono coincisi con l’inizio della campagna elettorale in vista delle elezionipolitiche del prossimo 25 Settembre.

“Mentre il centro in costruzione e la sinistra sono ancora alle prese con la definizione dei confini delle proprie alleanze e con la rosa dei nomi da proporre, il sedicente centrodestra, sempre più spostato verso un dannoso populismo sovranista, ha iniziato a sciorinare la propria lista di slogan ormai di decennale memoria”, prosegue Desirò.

“La partenza della campagna della Lega è coincisa con i soliti proclami, tra decreti sicurezza e riforma pensioni, che ascoltiamo da ormai più di 10 anni, come se le impellenti contingenze ed urgenze attuali che affossano il Paese, nemmeno esistessero”, continua Desirò.

Secondo Desirò, “Il milione di alberi all’anno, annunciato da Berlusconi, ricorda tanto il famose milione di posti di lavoro promesso più di 10 anni fa, così come il blocco navale meloniano, refrain ripetuto centinaia di volte dalla leader di Fratelli d’Italia”.

“Davanti a tutto questo non si può che rimanere sbigottiti e, come cittadini, preoccupati per l’evoluzione futura che attenderà il destino del nostro Paese ostaggio di giochi di posizione, mantenimento di posizione di rendita personale e slogan privi di costrutto per risolvere le tante urgenze che influiranno sul futuro di tutti noi e delle giovani generazioni, in particolare”, afferma Desirò.

“Non una parola sulla crisi energetica e sul come affrontarla. Non un proclama sull’inflazione dilagante e sul come arginarla. Non un passaggio sulla guerra alle porte dell’Europa, sulla crisi del grano, su un’Unione Europea da rafforzare su politiche economiche, estere e di difesa. Insomma, le contingenze attuali non vengono citate, forse perché negli slogan sovranisti non troverebbero un appeal in linea col loro elettorato di riferimento”, conclude Desirò.