È una moderna, grande officina.

Ivan si avvicina a uno dei tre meccanici, intento a lavorare nel suo banco.

«Hai voluto che dessi un’occhiata, giusto?» Dice l’uomo.

«Giusto!» Risponde laconico Ivan, mentre insieme al suo interlocutore si sposta di circa cinque metri per portarsi dinanzi a una fiammante moto di grossa cilindrata.

«Motivo?» chiede il meccanico.

«Così. Desideravo che la provassi.»

«Sei un ipocrita incallito. Cosa hai fatto a questa moto? Non mi riferisco alla meccanica, perché l’avrei capito senza il tuo aiuto» Dice l’uomo, puntando lo sguardo prima sulla moto, poi su Ivan. «Mi sono passate tra le mani tutte le migliori marche in circolazione, e nessuna, dico nessuna, che abbia avuto un’anima come questa. Ti dico che è stregata.» Continua il meccanico.

«Stai esagerando, ma, devo ammettere che è veramente speciale» Replica, con contenuto entusiasmo, Ivan.

«Mi gioco l’officina se incontri in strada una moto che possa superarla.»

«Ti farò sapere.»

«Cosa pensi di fare?»

«Cosa vuoi dire?»

«Questa non è una moto per città.»

«Mi allontanerò un po’, se ciò ti fa piacere.»

«Lei necessità di valide antagoniste.»

«Non sono un corridore.»

«Ce l’hai nel sangue, non puoi negarlo. Comunque, sarà lei a guidarti.»

«Ed io, in quel caso, non mi opporrò.»

«Stai attento, è una selvaggia.»

«Be’, spero che non morda.»