Alessandria, pubblicato da Pier Carlo Lava 

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Vi sono molti modi per ricordare Benedetto XVI.

Anzitutto nella preghiera.

E poi nel ricordo della impressionante personalità sacerdotale, scientifica e pastorale.

Tra le innumerevoli citazioni possibili, propongo due suoi brani, tratti dal celebre dialogo di Monaco, nel gennaio 2004, tra l’allora card. Ratzinger e Jürgen Habermas su “I fondamenti morali e prepolitici dello Stato liberale”.

A distanza di quasi vent’anni, queste poche righe attestano, al tempo stesso, la sua fede e la sua apertura culturale.

“In concreto, è compito della politica sottoporre il potere al controllo della legge, in modo da garantirne un uso assennato. Non deve valere la legge del più forte, ma la forza della legge. Il potere controllato e guidato da essa è l’opposto della violenza, che noi intendiamo come potere senza legge e contrario alla legge. Per questo è importante per ogni società superare la diffidenza nei confronti della legge e dei suoi ordinamenti: solo così, infatti, si esclude l’arbitrio e la libertà può essere vissuta come libertà condivisa dalla comunità.”

“Forse oggi la teoria dei diritti umani dovrebbe essere integrata da una dottrina dei doveri umani e dei limiti umani, e ciò potrebbe però aiutare a rinnovare la questione, se non ci possa essere una ragione naturale, e dunque un diritto razionale, per l’uomo e la sua esistenza nel mondo. Un simile discorso dovrebbe oggi essere interpretato e applicato interculturalmente. Per i cristiani ciò avrebbe a che fare con la creazione e con il Creatore. Nel mondo indiano corrisponderebbe al concetto di «Dharma», la legge interna all’essere, nella tradizione cinese all’idea degli ordinamenti celesti.”

Anche per questo, grazie.

Renato Balduzzi