Dal blog https://parolelibere.blog/2023/01/31/niente-di-nuovo-sul-fronte-orientale/
Fonte: pg FB di Giustiniano Rossi
Dopo il raid militare israeliano della scorsa settimana a Jenin non è successo nulla di imprevedibile. Dieci palestinesi sono stati uccisi. Una strage che non poteva restare impunita in una città dove le violenze dei coloni e dell’esercito hanno sempre incontrato una dura resistenza. Tutti sanno che iniziative di Israele a Jenin si concludono sanguinosamente. Prima tocca ai palestinesi e, in seguito, agli israeliani.
La reazione puo’ venire da Hamas o dalla Jihad islamica. I mezzi sono i soliti missili artigianali, cosi’ lontani da quelli, sofisticatissimi, di Tel Aviv. Gli aggrediti rispondono con l’unico mezzo che hanno a disposizione, dato il rapporto di forze fra israeliani e palestinesi. Lo Stato di Israele lo chiama “terrorismo”. Sostenere che l’esercito di Israele attacchi obiettivi militari mentre degli attacchi palestinesi sono vittime dei civili è una menzogna.
Da molti anni, ogni giorno e ogni notte, sono i civili palestinesi ad essere vittime del terrorismo israeliano. Il prezzo lo pagano degli innocenti. Da entrambe le parti. In proporzioni diverse pero’, a seconda che si tratti di israeliani o di palestinesi. Per i governi israeliani tutti i palestinesi meritano di morire e il numero di morti, soprattutto negli ultimi due decenni, testimonia della facilità con la quale il popolo eletto fa uso di armi letali nei loro confronti.
Secondo la Convenzione di Ginevra, che lo Stato d’Israele ignora, i palestinesi, occupati, hanno il diritto di difendersi con ogni mezzo dagli occupanti, gli israeliani. Non si tratta di terrorismo ma di azioni di guerra. Cosa fa il governo israeliano dopo che un’azione “terroristica” palestinese a Gerusalemme provoca la morte di sette persone e il ferimento di molte altre? La reazione è sempre la stessa. Promette sdegnato di sradicare il “terrore”. Prende misure draconiane per “spaventare” i palestinesi.
Le case dei sospetti “terroristi” e dei loro parenti sono murate e, successivamente, distrutte. Le famiglie sono deportate. Alcuni sostengono che occorre rendere ancora più facile, per i cittadini israeliani, l’accesso alle armi. Introdurre la pena di morte per i “terroristi’ palestinesi. Il nuovo governo, dominato dai sionisti e dai fanatici religiosi, deve dimostrare di avere intenzioni “serie”. Ma non puo’ fare nient’altro che quello che hanno fatto i suoi predecessori, da oltre 70 anni a questa parte.
Il governo e la maggioranza del popolo israeliano, protetti attivamente dall’Occidente, non sono preoccupati dal fatto che le misure attuate, che si basano sulle responsabilità collettiva, sono contrarie al diritto internazionale. Vogliono la vendetta. Anzi, il sangue. Non passa loro per la testa che le cause del “terrore” e della spirale della violenza possono essere affrontate solo con un accordo pacifico con i palestinesi. Il prossimo intervento israeliano è sicuro quanto la prossima reazione palestinese.
Niente di nuovo sul fronte orientale…
Giustiniano
31 gennaio 2023