Chi si occupa di bambini in età pre-scolare ha sicuramente sentito parlare più volte della Psicomotricità.

Cos’è la Psicomotricità? E’ una disciplina che attraverso il movimento e il gioco aiuta il bambino a:

  • potenziare competenze sensoriali e percettive (aiutare il bambino a differenziare sensazioni, emozioni e percezioni del mondo circostante e potenziarne l’apprendimento)
  • sviluppare il “sè” corporeo ( migliora e perfeziona la percezione che il bambino ha del proprio corpo facilitandolo al controllo di esso)
  • sviluppare competenze posturali e di coordinazione motoria (aiuta il bambino nel movimento pensato e non più incontrollato)
  • sviluppa l’organizzazione spazio-temporale ( comprensione dei concetti dentro-fuori, sopra-sotto, di fianco, dopo, prima, adesso ecc.)

Il sistema motorio, oltre all’attivazione del sistema muscolo-scheletrico, svolge anche funzioni cognitive e mnemoniche ed è direttamente connesso ai sistemi emozionali. È un movimento con il quale interagiamo con l’ambiente e con gli altri.

Nei bambini molto piccoli il movimento è strettamente correlato alle emozioni e alle relazioni. La psicomotricità quindi, attraverso il gioco, permette al bambino di esprimere i propri vissuti; lo aiuta ad imparare nuove strategie e modalità per relazionare con gli altri e con il mondo esterno. Osservando il bambino che gioca, l’adulto può progettare attività per intervenire su alcune difficoltà del bambino sia a livello motorio che a livello percettivo. Gli obiettivi della psicomotricità sono strettamente legati al bambino che svolge l’attività.

Si può scoprire di più su una persona in un’ora di gioco, che in un anno di conversazione. PLATONE

“In termini scientifici, la psicomotricità è l’insieme di dottrine e pratiche terapeutiche riguardanti l’interazione e l’integrazione tra funzioni motorie, sensoriali e cognitive del bambino.”

Ecco alcuni tipi di difficoltà su cui interviene l’attività psicomotoria:

  • disturbi comportamentali
  • disturbi di coordinazione motoria
  • difficoltà emotive e relazionali dei bambini piccoli
  • difficoltà comportamentali

Tutti gli studi recenti sono in accordo nel considerare i primi anni di vita dei bambini fondamentali per lo sviluppo equilibrato e per la continuità dell’apprendimento. La visione è di un bambino competente, che interagisce con l’ambiente ricco di relazioni umane con l’integrazione degli aspetti cognitivi, relazionali, fisiologici e senso-motori. Il “linguaggio” del bambino diventa quindi il movimento; la scuola dell’infanzia è la “palestra” privilegiata per sperimentazione, scoperta ed elaborazione degli stimoli.

Tra i 3 e i 6 anni l’esperienza di vita è ancora molto concreta. L’astrazione dei concetti, per il bambino passa attraverso il gioco e quindi attraverso esperienze concrete. Nella scuola dell’infanzia viene dato molto spazio all’attività ludica e motoria favorendo proprio questo passaggio dall’oggetto concreto al concetto astratto. In questa età il movimento è una “finestra osservativa” privilegiata che indica lo sviluppo generale. Grazie alla plasticità e duttilità di questa fase della vita è possibile progettare interventi per aiutare a risolvere difficoltà, potenziare capacità e sviluppare in modo equilibrato i vari aspetti relazionali, cognitivi e motori del bambino.

L’attività centrale della psicomotricità è il gioco; attraverso questo il bambino viene coinvolto nelle diverse attività.

L’uomo è più vicino a se stesso quando raggiunge la serietà di un bambino intento nel gioco ERACLITO

Le attività proposte stimolano il movimento, il coordinamento globale e la coordinazione oculo-manuale. Durante le sedute psicomotorie vengono utilizzati degli attrezzi specifici, a seconda l’età e le caratteristiche del bambino. Importante è la verbalizzazione di quello che si sta facendo o che è stato fatto per stimolare la riflessione e l’implementazione dei concetti nel bambino.

Il bambino comunica con il movimento spontaneo del corpo i suoi bisogni e le sue emozioni.

La psicomotricità favorisce il passaggio dalla soddisfazione immediata di piaceri concreti, alla capacità di attendere, al piacere di pensare e conoscere concetti astratti.

In sintesi la psicomotricità:

IN COSA CONSISTE: un progetto di intervento per sviluppare capacità motorie, cognitive, emotive e relazionali.

A CHI E’ RIVOLTO: a bambini con difficoltà comportamentali, motorie e di relazione.

COME: a gruppi di bambini della stessa età

QUANDO: con scadenza settimanale o più volte secondo le necessità dei bambini

PERCHE’: intervenire presto per creare basi solide per lo sviluppo futuro e l’ingresso del bambino alla scuola Primaria.

Uno strumento utile durante l’attività psicomotoria è la musica. produrre un suono o un ritmo stimola nel bambino l’attività motoria e il controllo della stessa.

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