(Arezzo)

Se Emilia Romagna e Marche sono senza dubbio le regioni più disastrate a causa  della pioggia intensissima, accompagnata da forti venti che hanno causato frane, allagamenti e straripamenti di corsi d’acqua, danneggiando centri abitati e causando migliaia di sfollati e danni milionari a cose e coltivazioni, anche la Toscana non è stata risparmiata dal maltempo. L’allerta arancione , divulgata nei giorni scorsi , per rischio idrogeologico e pioggia intensa , ha avuto riscontro nei fatti e a farne  le spese è stato soprattutto l’alto Mugello che ha dichiarato ,tramite il presidente di regione Eugenio Giani, lo stato di calamità nazionale.

Zone colpite in modo serio

Infatti a destare preoccupazioni era stato il Lamone, con il superamento del 1 livello di guardia e la quantità di pioggia registrata al monte Faggiola e a Palazzuolo sul Serio come anche  nella zona del Casentino

 Anche la viabilità ferroviaria ne ha risentito e moli treni tra Toscana ed Emilia Romagna hanno subito ritardi o addirittura soppressioni.

 Nell’alto Mugello, zona vicina a Firenze, oltre 400 le persone rimaste isolate, scuole chiuse  e monitoraggio dei paesi  Firenzuola ,Marradi, e Palazzuolo sul Serio ,dove molte zone sono rimaste isolate a causa del cedimento del manto stradale. La Sala Operativa della Protezione civile regionale ha segnalato criticità a causa di frane che hanno interrotto strade provinciali e comunali con isolamento parziale o totale di questi paesi. In particolare la SP 610 e la SP 477, cruciali per i collegamenti.

Trattori di agricoltori , ha reso noto la Coldiretti, si sono impegnati nel cercare di liberare le strade insieme agli operatori e ai volontari del sistema di protezione civile ,diretti da Giani  che ha rilevato che, fortunatamente, questa volta l’Arno ha retto e non ha causato la tragedia del 1966 quando esondò invadendo luoghi di cultura e biblioteche. Ricordiamo che fu allora coniato il termine “Angeli del fango “ per tutti quei giovani, accorsi da ogni parte d’Italia, che si impegnavano .per salvare le opere d’arte del capoluogo toscano.

Ora la preoccupazione riguarda la zona  a confine  con l’Emilia Romagna ,dove aziende agricole sono rimaste isolate e decine di ettari di terreni coltivati o a pascolo sono soggetti a smottamenti e frane capaci di compromettere seriamente fienagione ,bestie, frutteti e raccolti.

A rischio anche la stagione turistica sia nell’ambito dell’agriturismo che del balneare.Pistoia è stata finora la città con maggiore richieste di soccorso.

Cause ed effetti del maltempo

Tutto ha avuto origine da un ciclone sul mar Tirreno originato dallo scontro tra una zona di bassa pressione presente in Europa e correnti di aria polare transitanti in Italia .Ciò ha causato fenomeni estremi :raffiche violentissime di vento e nubifragi o meglio “alluvioni-lampo” capaci di far scendere al suolo l’acqua che cade in due mesi in pochi giorni.

Il suolo inaridito e perciò indurito da una  lunga siccità non è stato in grado neppure di assorbire l’acqua che normalmente avrebbe potuto assorbire e la cattiva manutenzione di argini, strade e ponti hanno fatto il resto.

I venti che soffiano possono raggiungere i 120 km orari, ovvero quelli di un uragano e ci sono state nevicate a quote 1400/500 metri sulle  Alpi ,evento assai insolito per la stagione in cui ,negli ultimi anni, avevamo un clima  estivo.

Infatti anche le temperature sono nettamente inferiori al previsto,r aggiungendo a malapena i 15 gradi  e in alcuni casi si è dovuto ricorrere a stufe e maglioni come in pieno inverno, dato che il vento ha fatto percepire una temperatura decisamente poco primaverile.

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