Queste finestre e questi alberi ti conoscono
ancora.

Dunque, non sei andato via per sempre.

Ragazzi dodicenni entrano nei giardini,
tagliano girasoli.

Le navi trasportano persone e merci.
Fischiano.

Passano rondini e oche selvatiche.
I tempi cambiano.

Ripetizioni estenuanti.
Prigioni, partite di calcio, scioperi.

Un ombrello nero in corridoio.

E tu,
ti perdi lontano nel nostro comune ignoto.

Tu,
che non hai chiesto altro alla vita che
rimanere qui da qualche parte
e odorare discretamente il più piccolo fiore.

GHIANNIS RITSOS

Poesia di 18 versi; gli accapo e le brevi strofe servono per rallentare il ritmo. Il poeta ricorda il proprio ritorno in Grecia, dopo 10 anni di esilio, tra prigione e confino. Ritrova le finestre, gli alberi, i ragazzi che entrano nei giardini per tagliare i girasoli. Le navi fischiano, mentre passano le rondini e le oche selvatiche. I tempi cambiano, ma restano le prigioni, le partite di calcio e gli scioperi (ironia per accostamento). La donna amata si perde lontano, disorientata, verso il loro comune destino ignoto; si rivolge a lei, dicendole: ‘tu hai chiesto alla vita solo di rimanere qui, e di odorare il fiore più piccolo’.