Oggi la realtà appare, all’allibita coscienza dell’individuo, come una specie di contenitore vuoto: un mondo privo di certezze, ci si sente abbandonati, disperatamente soli in un circolo dove regna l’immobilismo intellettuale. Si percepisce un risentimento scontroso e irrazionale nei riguardi di tutti coloro che cercano di portare avanti delle idee di crescita ambientale.

Molti pensano che la Terra cambi così lentamente da sembrare eterna; la bellezza di alcune regioni del pianeta si conserva intatta, mentre le zone con più concentrazione di popolazione vengono alterate e distrutte dall’attività umana.

La vulnerabilità dell’ambiente marino e terrestre diviene chiara in tutta la sua drammaticità solo quando avvengono immensi disastri ecologici. Un esempio è l’inquinamento o la pesca indiscriminata: le zone costiere vengono invase sempre più da industrie e scarichi industriali.

Bisogna prendere immediatamente in considerazione una serie di provvedimenti e misure drastiche per fermare lo sconcio che l’uomo sta facendo sia sulla terraferma che in mare.

Un esempio l’abbiamo vissuto in queste settimane nella nostra meravigliosa Romagna dove una politica ambientale poco attenta o inesistente ha portato danni enormi sia all’ambiente sia alla popolazione: l’Italia deve stabilire una politica comune che sacrifichi gli interessi egoistici alla protezione del proprio territorio. E’ una sfida che dovrebbe avere la massima priorità: una sfida al senso di responsabilità morale dell’uomo verso le generazioni future. La convinzione che ormai tutto sia inutile contribuisce a un immobilismo sempre più radicato: il conflitto tra la voglia di agire e l’incapacità di prendere decisioni dà luogo a uno stato di perenne pessimismo.

Il pensiero più ricorrente è: “Tanto non possiamo fare nulla!”; ecco allora la necessità e l’obbligo di andare controcorrente: se la cronaca televisiva e cartacea dà poco spazio alle notizie sull’ambiente, allora bisogna raddoppiare e triplicare lo spazio relativo ai disastri ambientali che sono poco  seguiti: non si deve arrivare alla completa disfatta creatasi in Emilia Romagna.

Non bisogna fermarsi pensando che ormai non c’è più tempo per riuscire a bloccare il degrado incombente, ma bisogna focalizzarsi su una progettualità che sia in grado, in tempi brevi, di trovare soluzioni efficaci, ma bisogna combattere per una rivoluzione energetica e ambientale pulita. L’energia da fonte rinnovabile prodotta soprattutto dal vento e dall’acqua, potrebbe divenire una soluzione concreta e alternativa al consumo di energia da fonte fossile.

Gran parte del globo terrestre è costituito da terre inaridite e desertiche per cui bisogna trovare soluzioni che possano far ritornare questi luoghi abitabili: un progetto è quello di creare una flora perenne che sia in grado di affrontare i lunghi periodi di siccità. Si possono recuperare i deserti piantando file di alberi che contribuiscano a formare terreno fertile e a trattenere l’umidità e che lentamente fanno aumentare i quantitativi di humus aggiungendo materia organica alla terra. Abbiamo esaurito i luoghi nei quali liberarci dei rifiuti e sembra che tutto ciò non interessi a nessuno: l’inquinamento atmosferico e marino è ormai a livelli emergenziali sconvolgendo l’equilibrio della natura e rendendo inospitali per la vita animale e vegetale enormi ed estese zone di terra e acqua.

Bisogna trovare soluzioni fermando, all’origine, le sostanze        inquinanti e velenose che uccidono la vegetazione, distruggono la materia e concorrono all’emergere di gravi patologie nell’uomo. Il problema principale si deve fondare sul potere e sulla capacità di mediare e divenire motore partecipe di idee evolutive per risanare l’ambiente.

Bisogna rivolgersi ai giovani coinvolgendoli e insegnando loro i principi basilari dell’impegno, insegnare il rispetto per la natura, e per l’ambiente in cui vivono: fin da piccoli devono essere coscienti che il mondo che li circonda è la loro casa e quindi devono fare del loro meglio per tenerla pulita.

L’ambiente naturale rinasce senza fine, rinnovandosi continuamente se l’uomo non interferisce, distruggendolo. 

Nel mondo ci sono ancora luoghi dove la natura e l’ambiente sono incontaminati: ad esempio l’Islanda, terra selvaggia e bellissima dove l’uomo vive come un ospite, rispettandola. Ciò che colpisce in questa isola o altri posti similari è la mancanza delle micidiali piogge acide comuni a tutto il mondo industrializzato; inoltre l’assoluta integrità ambientale si mantiene costante nel tempo nonostante lo sviluppo economico degli ultimi decenni che non ha coinciso con i disastri tipici di molte società industrializzate occidentali.

Bisogna, quindi, perseguire una politica ambientale scrupolosa ed eventualmente incominciare a spingere l’acceleratore sulle fonti energetiche primarie di origine geotermica e idroelettrica, prive di emissioni nocive.

Concludendo, dobbiamo basarci su poche, ma semplici regole:

  • La creazione di città che conservino una dimensione caratterizzata da ampi spazi verdi e incontaminati.
  • Un’attenta predisposizione verso tutti gli elementi della natura.
  • Impegno costante sia tra i più giovani sia tra gli adulti.
  • Politiche volte al raggiungimento di obiettivi condivisibili.