RECENSIONE:

In occasione dell’anniversario del decimo anno della morte di Franca Rame il Teatro Carcano ha portato in scena ieri sera uno dei testi più famosi scritto dalla stessa attrice con Dario Fo nel 1983 e rappresentato per la prima volta nello stesso anno al Teatro Ciack di Milano. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro della Cooperativa e costituito da un atto unico, è stato interpretato da Alessandra Faiella e Valerio Bongiorno sotto la direzione di Renato Sarti. Protagonisti della pièce sono Antonia e il marito ingegnere Mambretti sposati da almeno cinque lustri e con figli adulti. All’inizio si assiste al tentato suicidio, l’ennesimo, di Antonia che si è chiusa a chiave nella cabina della sauna, minacciando di ingoiare un gran numero di pastiglie mentre il marito la supplica di uscire. La donna si mostra attraverso un varco della cabina e si rivolge al pubblico di sala lamentandosi della sua vita resa infelice dai continui tradimenti del marito che la inducono a tentare di togliersi la vita diverse volte al mese ricorrendo a farmaci in misura copiosa o cercando di lanciarsi da una finestra o anche utilizzando una pistola sempre pronta alla bisogna. Quando si decide a uscire dall’abitacolo i suoi lamenti si trasformano in vere invettive rivolte al marito tanto da provocare un litigio che diventa sempre più acceso. Lei cerca di coinvolgere il pubblico affinché solidarizzi con lei, lui cerca di fare altrettanto ma scarsamente raggiunge l’effetto prefissato. Alla fine c’è un’unica soluzione per uscire dall’impasse: concedersi entrambi avventure extraconiugali. Antonia all’inizio è riluttante ma poi, anche grazie all’incoraggiamento che le viene da Roberto, il figlio ventiquattrenne, inizia a creare una nuova sé stessa sia nel fisico che negli atteggiamenti tanto da sentirsi pronta ad assecondare i nuovi stimoli dovuti all’esuberanza che ora scopre dentro di sé. E però si accorgerà presto che non tutto fila secondo le buone intenzioni e, come lei stessa paleserà al pubblico, “La coppia aperta ha i suoi vantaggi. Prima regola: perché la coppia aperta funzioni, deve essere aperta da una parte sola: quella del maschio! Perché… se la coppia aperta è <aperta> da tutte e due le parti… ci sono le correnti d’aria!”. Così, in parallelo alla sua rinascita come donna, dovrà fronteggiare un marito improvvisamente geloso che si mostrerà meno progressista di quanto professava di essere. E sarà proprio lui, stupito oltre misura, a fare i conti con il sorprendente finale.

La commedia. che pone al suo centro la figura della donna vittima di un maschilismo retrivo scritta quando erano in pieno fermento le tematiche femministe, non accusa, proprio per questo motivo, alcuna stanchezza dopo quarant’anni dalla prima rappresentazione. Ebbi la fortuna di averla vista recitare dai suoi autori (queste sono le gioie riservate alle persone che hanno superato da un pezzo gli anta) e ho ancora vivida nella memoria la straordinaria prestazione di Franca Rame nel personaggio di Antonia che lei si era letteralmente cucita addosso. Un’Antonia che all’inizio non sembra avere altra risorsa se non quella del suicidio per mettere fine al suo dolore ma poi pronta alla riscossa fino al riscatto conclusivo. Il personaggio del marito, quindi, è decisamente in secondo piano, ha quasi un ruolo da spalla ed è anche colui che, volutamente, è descritto, e interpretato da Dario Fo negli anni ’80 e da tutti quelli che gli si sono succeduti, come quello meno simpatico e che si merita la punizione che gli viene impartita.

Pur mantenendosi attuale nella tematica, il testo ha comunque avuto bisogno di qualche rimaneggiamento per renderlo attuale anche formalmente. E cosi, se allora per sembrare controcorrente si apriva un ristorante macrobiotico, ora se ne apre uno vegano; se prima si ascoltava musica rock, ora per essere al passo con i tempi si ascolta il rap e tutti i suoi derivati. E così via… In più nell’attuale messa in scena molta parte del linguaggio è aggiornato a quello dei media e degli slang di oggi mentre vengono anche citati personaggi e avvenimenti attualissimi tanto da lasciar presumere che queste citazioni possono essere modificate di volta in volta nelle repliche. Alessandra Faiella è stata la vera protagonista, anche perché il testo glielo consentiva. La sua Antonia è stata dinamica, ha saputo approfittare con naturalezza delle battute più esilaranti per meglio coinvolgere il pubblico che non le ha lesinato risate continue, ha percorso palcoscenico e platea con i suoi discorsi incitando anche gli spettatori assisi in galleria secondo le regole più classiche del metateatro. Unica nota sopra le righe è stata quella in cui era al telefono con la sua “nuova fiamma” dove ha un po’ esagerato in leziosaggine. Più discosto in questo senso si è mostrato Valerio Bongiorno che ha recitato prevalentemente sul palco dove però non si è risparmiato nella caratterizzazione del suo personaggio nei momenti più topici della vicenda. Renato Sarti ha voluto una sceneggiatura “veloce, stringata, essenziale”, così come la definiva Dario Fo (Cfr. “Il Teatro di Dario Fo”, vol. IX, Einaudi, Struzzi) privilegiando come scelta registica quella di utilizzare i due attori secondo le loro peculiarità attoriali, già di ottimo livello. A differenza di quanto indicato da Dario Fo, il quale immaginava che l’azione si svolgesse in un salotto, ha inoltre optato per un’originale ambientazione collocandola in una piccola palestra allestita in casa, con i suoi attrezzi ginnici (tapis roulant, cyclette, spalliera), tutti simboli di strumenti necessari a smaltire eccessi di nervosismo e di nevrosi di corpi stressati oltre che a mantenere in forma una fisicità corporea che inizia a scalfirsi con l’incombere degli anni, così temuta in chi la subisce da fargli sentire la necessità di correre ai ripari. Il finale della commedia, pur essendo imprevedibile, è diverso da quello del testo ed è reso tale probabilmente per meglio avvicinarlo, per argomento, ai nostri anni più recenti.

La serata, come si è scritto, è stata un evento speciale creato per celebrare l’indimenticabile Franca Rame la cui memoria è stata omaggiata caldamente dal folto pubblico presente in teatro.

Visto il giorno 29 maggio 2023

(Carlo Tomeo)

SCHEDA SPETTACOLO
COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA
di Dario Fo e Franca Rame
con Alessandra Faiella e Valerio Bongiorno
regia Renato Sarti
scene e costumi Carlo Sala
musiche Carlo Boccadoro
disegno luci Luca Grimaldi
produzione Teatro della Cooperativa

Lunedì 29 maggio, ore 20.30

TEATRO CARCANO
Corso di Porta Romana, 63 – Milano – MM Crocetta
T 02-55181362